Una coppia tutta d’oro
Le vite parallele di Giacomo e Fabrizio, quattro medaglie vinte sugli sci: «La nostra è un’intesa perfetta, senza l’amicizia non si diventa campioni»
d’oro, la quarta in assoluto dopo un argento e un bronzo, seguendo le scie che lascia Fabrizio. È la sua guida. Perché Giacomo è ipovedente, nato con una atrofia del nervo ottico che gli ha compromesso la visione centrale. «Vedo i contorni, mi mancano i dettagli». Fabrizio gli indica la via con la voce standogli davanti: «Non è facile, bisogna conoscersi alla perfezione, anticipare le mosse dell’altro, avere un feeling speciale». La bellezza dello sport paralimpico.
Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal sono nell’anno dei 19, maturità fra pochi mesi, le nevi del Trentino da scendere con gli sci, Cavalese lo sfondo delle loro vite diverse ma parallele, Instagram stories e post su facebook da condividere. Sono diventati la coppia più forte dello sci alpino paralimpico mondiale fra i «visually impaired», coloro cioè che hanno disabilità visiva, ciechi e ipovedenti: oltre le due medaglie d’oro in slalom e gigante, hanno vinto anche un argento in superg e un bronzo nella discesa libera. Ripetono quasi all’unisono: «Mai una emozione come questa, sono stati i giorni che hanno segnato la nostra vita». «Daje Vecio» si dicono prima di partire.
Stessa scuola e stessi luoghi per la vita, pochi chilometri a divedere le loro case, due sorelle, Sofia e Roberta, che sono nate a pochi mesi distanza, qualche anno dopo di loro. Destino che Giacomo e Fabrizio siano uniti. «Eppure ci siamo incontrati per lo sport». Secondo Giacomo prima era solo qualche ciao. «No, ma guarda che da piccoli giocavamo a casa tua», sono i ricordi di Fabrizio. Poco importa, perché l’amicizia nasce poi sulla neve, quando cominciamo a sciare insieme.
Torniamo indietro, a quel sogno diventato obiettivo vedendo le immagini di Londra. Perché intanto Giacomo aveva iniziato ad allenarsi e a essere guidato da Achille Crispino, suo maestro di sci. «Alla fine della stagione 2015 Achille si infortuna e rimango senza guida. Dopo poco sarebbe cominciata la stagione. Non sapevo come fare». Ci pensano Achille e Giorgia, che un giorno vedono sciare Fabrizio. «Vanno da mio papà e gli chiedono se posso fare da guida a Giacomo». Nel 2016 si sono aggiudicati la Coppa del Quarto posto Florian Planker, 41 anni, 4° con l’italia di para ice hockey e portabandiera Mondo con 11 podi su 12 gare, l’anno dopo ai Mondiali di Tarvisio, in Friuli, hanno vinto tre medaglie (oro in supercombinata, argento in gigante e bronzo in superg).
Lo sport nella testa per entrambi. Giacomo ne ha provati tanti prima di scegliere lo sci: «Mi sono abituato fin da piccolo ad arrangiarmi, non voglio che qualcuno mi dica non puoi, comunque provo: hockey su ghiaccio, pattinaggio artistico, bici da corsa, canottaggio e arrampicata». Fabrizio ama il ciclismo, era una giovane promessa: «Ma ho dovuto fare una scelta: o guidavo Giacomo e ci preparavamo per la Paralimpiade o sceglievo la bicicletta». Ha fatto quella giusta. Per il primo oro la loro scuola ha aperto i cancelli all’alba, compagni e professori a fare il tifo seguendo la diretta Rai. Fra pochi giorni si apriranno anche per loro, via sci e scarponi, solo libri e studio. Si guardano pensandoci: «Daje Vecio».
Liceali
«Vedo solo i contorni delle cose, sulla neve lui mi sta davanti e mi guida con la voce»