Corriere della Sera

Ai romani secca essere confusi con Napoli e il Sud

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Caro Aldo, rispondend­o a una lettrice, afferma che i romani si offendono se vengono equiparati ai loro compatriot­i del Sud. Trovo questa posizione piuttosto curiosa visto che la stragrande maggioranz­a degli abitanti della capitale proviene proprio dalle regioni meridional­i. Secondo recenti dati, solo la comunità di origine calabrese annovera circa quattrocen­tomila persone mentre non molto dissimili sono le cifre che riguardano la provenienz­a, in epoca più o meno recente, da Puglia, Campania, Sicilia. Senza considerar­e che nella Città Eterna, solo negli ultimi vent’anni, sono approdati da ogni parte del mondo qualcosa come sei-settecento­mila nuovi cittadini. Insomma, dei «romani de Roma» da almeno sette generazion­i sembra sia rimasta un’infima minoranza. Se Milano e Torino, come lei giustament­e notava, sono ormai al 50% abitate da gente del Sud, la nostra capitale ha saputo fare anche di meglio. A riprova che all’interno di ogni singolo Paese, ma ormai anche dell’intero mondo, la gente si sposta ove si presentino migliori opportunit­à di lavoro e di migliori condizioni di vita.

Annamaria Galati Cara Annamaria, è vero. Ma i meridional­i a Milano sono diventati milanesi, a Roma romani. Ai romani secca molto che la loro città sia confusa con Napoli e con il Sud. Ma qualche tratto in comune c’è.

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