«Enit, il 55% delle spese va agli stipendi»
La Corte dei conti: solo il 21% delle risorse usato per promuovere l’italia
ROMA Uno stipendificio da tempo uguale a se stesso. Nell’ultimo decennio al vertice di Enit, l’agenzia nazionale per il turismo, su indicazione politica sono approdati imprenditori (Matteo Marzotto), manager (Pier Luigi Celli) e, da ultimo nell’ottobre 2015, Evelina Christillin. Ad accomunarli però non è tanto l’incarico, quanto i risultati ottenuti. A riassumerli è la Corte dei conti che nella relazione sulla gestione finanziaria muove da anni lo stesso rilievo: i costi del personale assorbono larga parte della spesa dell’agenzia. Per l’attività di promozione del turismo in Italia resta, insomma, poco. Secondo i magistrati contabili nel 2016 il 55% delle spese dell’enit sono servite a pagare stipendi e solo il 21% sono state destinate al core business, ossia le attività per promuovere l’italia all’estero. Il dato è inferiore, tra l’altro, all’esercizio 2015 quando fiere ed eventi hanno rappresentato il 35% dei costi. La gestione Christillin, indicata alla presidenza con un annuncio di Matteo Renzi in persona, secondo la Corte dei conti è stata contrassegnata da una «sostanziale stasi dell’attività dell’ente» per il periodo che va dal mese di ottobre 2015 alla fine di dicembre del 2016. Un’immobilità a cui ha concorso il ritardo della convenzione tra il ministero dei Beni culturali e l’agenzia.
A preoccupare i magistrati è anche l’entità del contenzioso ereditato dalle precedenti gestioni. Un’azienda che si è occupata di predisporre stand e convegni per conto di Enit rivendica mancati pagamenti per il triennio 2012-2014. Una contesa da 14,5 milioni di euro che in caso di soccombenza metterebbe a rischio i conti. Sul tema Giovanni Bastianelli direttore esecutivo di Enit è netto:«un importo palesemente sproporzionato e temerario». Mentre sui dati provvisori del 2017 anticipa che la spesa in promozione (11,4 milioni) costituisce il 52% dei costi. L’obiettivo per il 2018 è invertire la tendenza una volta per tutte, «finanziando promozioni per 23,8 milioni, cioè il 63% delle spese», dice Bastianelli.
Il cambio di passo L’obiettivo del 2018: alle promozioni turistiche il 63% delle spese