Corriere della Sera

Valentino soffre e spera Ma gli exit poll dicono Dovi

Zarco in pole, Rossi (8°) in crisi con le gomme punta sul ducatista

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

Johann Zarco, l’esistenzia­lista della motociclet­ta, è un tipo delicato che ama Brel e suona il piano ma quando zompa in sella si scatena come un Marilyn Manson a cui hanno rubato il rossetto. Molti colleghi lo consideran­o l’«underdog» più caldo del momento, addirittur­a un pretendent­e al titolo, e lui ha deciso di scoprire subito le carte prendendos­i la prima pole position del 2018, la terza in carriera ma di certo la più bella, perché le altre erano arrivate sul bagnato. Un segnale importante che, sommato ai primi 6 giri a cannone con cui qui un anno fa aveva condotto da fenomeno prima di cadere, racconta come l’uomo di Cannes, campione del mondo in Moto2 nel 2015 e 2016, nel deserto faccia davvero sul serio.

Il minestrone della classifica dietro Zarco ribadisce altre verità: l’imprevedib­ilità totale delle qualifiche, l’equilibrio spinto della Motogp moderna, una gerarchia dei big comunque evidente. Con il francese in prima fila c’è infatti Marquez, affiancato da Petrucci, un altro degli underdog più attesi; Dovizioso quinto in seconda fila (tra Crutchlow e la sorpresa Rins) è il secondo top rider, proprio come nei pronostici generali per il titolo; Rossi ottavo in terza fila è indecifrab­ile come Lorenzo, nono al suo fianco. Viñales dodicesimo è infine il solito inno alla negatività che avevamo lasciato a fine 2017: «Ho buttato tre mesi di lavoro».

Come inciderà tutto questo sulla prima gara del 2018? Apparentem­ente, poco. Come dire che poi, alla resa dei conti, davanti rischiano di esserci sempre i soliti. O il solito. «Il più pericoloso è Dovizioso», dice Marquez, che aspira a salire almeno con lui sul podio. «Dovi è il più veloce», aggiunge Lorenzo ombroso e forse invidioso. «C’è grande equilibrio, ma Dovizioso ne ha un pelo più di degli altri», chiosa Valentino. Insomma. Pur in un quadro di folle equilibrio, l’exit poll parla chiaro e ripropone un tema classico.

Il Dovi, in effetti, è stato molto performant­e nel weekend, e anche nella caccia alla pole era al comando prima di tentennare nel secondo time attack. La continuità è la sua cifra, e se aggiungiam­o una solidità mentale ormai sicura, puntare su di lui ha molto senso. Lui garantisce che «non sento pressione» e poi racconta che «siamo messi molto bene, ma siccome vanno tutti forte non so proprio cosa aspettarmi. Marquez sarà avanti sicuro, Zarco è pericoloso, ma poi siamo davvero in tantissimi. La griglia di partenza conta poco. La strategia si capirà solo in gara».

E Valentino? L’incertezza è la stessa di Andrea, ma è velata di perplessit­à. Nella sua testa vede «dodici piloti in grado di tenere lo stesso passo per dieci giri». Il problema sono i dodici successivi: «Sento che la gomma soffre presto, e sono preoccupat­o». La paura di Rossi è di trovarsi senza armi quando inizierà la battaglia vera, e la sua faccia un po’ tesa è l’opposto di quella rilassata di Dovizioso. È l’anno nuovo ma sembra quello vecchio. E comunque, con tutta quella folla di piloti lì davanti, non c’era modo migliore per cominciarl­o.

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Sorpresa Johann Zarco, 27 anni, terza pole in Motogp (Epa)

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