Il pm, Maroni e lo scontro sulle «relazioni sentimentali»
«Garbatamente», il pm milanese Eugenio Fusco formula una «garbata» richiesta di condannare a 2 anni e mezzo l’ex presidente leghista della Regione Lombardia, Roberto Maroni: che, «volendo portare a Tokyo in missione Expo nel 2014 la sua collaboratrice Maria Grazia Paturzo, addossandone però 7.000 euro di spese a Expo 2015 (partecipata dalla Regione presso cui Paturzo era manager a tempo), avrebbe «abusato della propria qualità per esercitare, tramite il suo capo segreteria Giacomo Ciriello, pressioni sul direttore generale Expo e braccio destro di Sala, Christian Malangone». Una «induzione indebita a promettere utilità» che non sfociò nel viaggio perché «Maroni all’ultimo rinunciò dopo aver saputo del “malessere” (non confinabile al lavoro) della portavoce Isabella Votino verso Paturzo». «Cerco di usare il massimo garbo — dice il pm —, ho fatto attenzione a espungere le intercettazioni morbose, anche i pedinamenti dei carabinieri sono stati, uso questo termine, “garbati”: ma i fatti vanno inquadrati alla luce della relazione sentimentale tra Maroni e Paturzo», negata con «dichiarazioni mendaci» da Paturzo, Votino e dall’amica avvocato (e neo deputata di Forza Italia) Cristina Rossello, per le quali il pm chiede gli atti. «Sono tranquillo — ribatte Maroni —, sono accuse ridicole, prive di riscontri e già giudicate infondate dall’appello che ha assolto Malangone». Sentenza «con cui devo fare i conti», ammette il pm che però ne contesta la non rispondenza ai criteri della Cassazione. La condanna di Maroni è proposta pure per «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente» nel lavoro a tempo dato dalla società regionale Eupolis a un’altra sua collaboratrice, Mara Carluccio (10 mesi chiesti), tramite l’oggi presidente leghista di Ferrovie Nord, Andrea Gibelli (1 anno), e Ciriello (2 anni e 2 mesi).