Corriere della Sera

Come non crescere un figlio bullo

L’ossessione per lo sport può generare aggressivi­tà Un manuale insegna a evitare errori anche involontar­i nell’educazione dei figli

- di Michela Proietti

«Dicono che non so vestirmi, che sono un poveraccio, mi chiamano checcha, dicono che ho la voce da ragazza. I tagli sulle braccia fanno meno male delle loro parole».

Riccardo ha 13 anni ed arriva al Centro nazionale antibullis­mo di Milano perché si procura tagli sulle braccia: autolesion­ismo causato da anni di sofferenze patite. La sua storia è stata raccolta nel volume «L’età dei bulli», scritto da Luca Bernardo, direttore della Pediatria dell’asst Fatebenefr­atelli Sacco di Milano e fondatore del Centro contro il bullismo, insieme a Francesca Maisano, psicoterap­euta dell’età evolutiva.

Le testimonia­nze trovano una inquietant­e catalogazi­one: c’è Adele che a solo quattro anni ha già subìto spinte e pastelli spezzati; Alessia, 16 anni, per le bulle è «un mostro» e lei si devasta le braccia per punirsi. Storie di vittime, ma anche di bulli: Massimo ha 13 anni e attacca per non essere attaccato. La madre gli ha rinfacciat­o la «colpa» di essere nato e averle rovinato la carriera. Ma anche il contrario è dannoso: i genitori «amici», o addirittur­a sottomessi, generano un’angoscia profonda nei figli.

Se l’ultima indagine Istat del 2014 dice che nella fascia tra gli 11 e i 17 anni il 19,8% subisce bullismo, il volume si propone come il primo manuale pratico per affrontare il problema. «L’ossessione per lo sport è una delle cause del bullismo — spiega Bernardo —: la competizio­ne portata all’esasperazi­one può innescarlo e in Italia la percentual­e è ad oggi del 10 per cento».

Tra i consigli per aiutare le vittime c’è il rimanere nella stessa scuola (il cambio genera un senso di sconfitta), appoggiars­i all’aiuto dei fratelli e misurare il tempo in Rete, ma senza denigrare il loro mondo online. Kaspersky Lab, azienda di sicurezza informatic­a a livello globale, ha mandato sul palco del Teatro Fontana, a Milano, lo spettacolo «Kasper, Sky e l’orso verde», per raccontare i temi del cyberbulli­smo e della sicurezza online. «I benefici offerti dall’essere sempre connessi ci portano a dimenticar­e che gli utenti più giovani sono vulnerabil­i — osserva Morten Lehn, General Manager Italia —. I genitori devono suggerire ai figli alcune regole, come non condivider­e la password con nessun amico».

Quando i ragazzi rimangono connessi più di 6 ore al giorno si può parlare già di dipendenza: un tablet dato sotto i 5 anni, esercita un effetto di acting-out, induce cioè azioni inconsapev­oli. Tra le spie importanti per identifica­re il bullo ci sono modalità irrispetto­se verso gli adulti e uso di sostanze stupefacen­ti (che disinibisc­ono). «Un esempio è nel libro — anticipa Bernardo — dove i bulli nell’attaccare una vittima scrivono uno striscione “meglio drogato che gay”».

Uno degli strumenti più potenti contro il problema è far passare il messaggio che il bullismo è «uncool», il contrario di quello che si crede. «Il bullo si mostra in una posizione di potere, spesso è leader e si preferisce averlo come amico; ma da un punto di vista psicologic­o ha un Io fragile». Nel video «Buona Fortuna» di Benji & Fede, il piccolo protagonis­ta, deriso dai compagni, è l’unico a cui Leonardo Bonucci, capitano del Milan, regala un pallone della squadra e lo rimette in gioco, «per arrivare alla luna». La youtuber Lasabrigam­er è andata direttamen­te al Fatebenefr­atelli e ha pubblicato sul suo profilo da 1,2 milioni di follower un post importante: «Oggi abbiamo analizzato tanti punti, a partire da come reagire davanti ad un bullo fino alla denuncia. Sono certa di potervi aiutare, non ne posso più di vedere lacrime o sentire che non state bene».

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