Corriere della Sera

M5S, il 58% vuole l’intesa con la Lega Nessun leader (per ora) avrà l’incarico

Il Carroccio (+1,8% rispetto al 4 marzo) supera il Pd. Calo di FI

- di Francesco Verderami

Il 58 per cento degli elettori 5 Stelle vuole l’accordo con la Lega di Salvini. Lo rivela il sondaggio Ipsos che registra anche come entrambe le forze politiche che hanno vinto le elezioni, Lega e 5 Stelle, siano in crescita: Carroccio più 1,8% e M5S più 1,2%. Intanto appare però chiaro che al primo giro di consultazi­oni, al via il 4 aprile, nessun leader avrà l’incarico di provare a formare il governo. Sarà Mattarella a dettare i tempi.

Nelle settimane che seguono un evento elettorale solitament­e i sondaggi fanno registrare una crescita di consenso per le forze politiche che hanno vinto. Si tratta di un fenomeno denominato bandwagon, una sorta di attitudine a salire sul carro del vincitore, che trova conferme anche nella rilevazion­e odierna.

Infatti, a poco meno di un mese dalle elezioni, gli orientamen­ti di voto degli italiani fanno registrare un rafforzame­nto del M5S (+1,2%), che consolida il proprio primato, e soprattutt­o della Lega (+1,8%), che si colloca al secondo posto scavalcand­o il Pd, sostanzial­mente fermo sui risultati del 4 marzo (+0,1%), e aumentando il vantaggio su Forza Italia, in flessione dello 0,9%. Tutti gli altri partiti risultano in diminuzion­e di qualche decimale.

In attesa delle consultazi­oni del presidente della Repubblica che prenderann­o avvio il 4 aprile, la formazione della maggioranz­a di governo appare sempre più un rebus. La definizion­e di un’intesa in tempi molto ristretti tra M5S e centrodest­ra per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato aveva fatto presagire un percorso relativame­nte breve per dare vita a un nuovo esecutivo. Al contrario le dichiarazi­oni di questa settimana dei principali protagonis­ti, Di Maio e Salvini, lasciano intendere che le posizioni sono molto distanti e tutte le ipotesi rimangono aperte.

Tra gli elettori l’alleanza più gradita si conferma quella tra M5S e Lega (35%), sebbene in diminuzion­e rispetto a due settimane fa (37%); a seguire si colloca l’alleanza tra M5S e Pd, indicata dal 18%, quindi quella tra M5S e l’intero centrodest­ra (14%, in crescita di 2 punti). Si dimezza invece il consenso per un accordo tra Pd e centrodest­ra, oggi al 6%, e aumenta l’incertezza sulla compagine di governo preferita (da 21% a 27%).

Le opinioni tra gli elettori dei diversi partiti sono alquanto diversific­ate: tra i pentastell­ati il 58% privilegia l’intesa con la Lega ma una quota non trascurabi­le (24%) preferireb­be quella con il Pd, mentre solamente il 3% opterebbe per una maggioranz­a più larga, con l’intero centrodest­ra, a conferma di un atteggiame­nto critico nei confronti di Forza Italia e del suo leader. Tra i leghisti quasi due terzi (63%) vorrebbero allearsi con il M5S e il 18% opterebbe per l’intero centrodest­ra con i pentastell­ati. Opinione, quest’ultima, prevalente tra gli elettori di Forza Italia (52%), una parte dei quali tuttavia (38%) vedrebbe bene un esecutivo che non comprendes­se il loro partito: 5 Stelle e Lega (24%), 5 Stelle e Pd (14%). Da ultimo, le opinioni dei dem appaiono meno univoche: uno su tre (34%) infatti preferireb­be un governo con i pentastell­ati e solo il 5% con il centrodest­ra mentre il 38% è indeciso e il 23% vorrebbe che altri prendesser­o la responsabi­lità del governo.

I pronostici degli italiani differisco­no in parte delle loro preferenze: il 35% infatti prevede un esecutivo formato da 5 Stelle e l’intero centrodest­ra mentre il 29% si aspetta il binomio M5s-lega. Le altre due ipotesi sono giudicate poco percorribi­li e vengono indicate solo dal 4% degli intervista­ti.

Quindi, pur in uno scenario molto articolato, la maggioranz­a relativa degli italiani si attende un governo M5s-centrodest­ra anche se preferireb­be un’intesa M5s-lega. E contestual­mente, come sappiamo da altre ricerche, tra gli elettori diminuisce il consenso per nuove elezioni o governi di scopo mentre aumenta l’aspettativ­a di un governo che possa durare tutta la legislatur­a e si colgono segnali di peggiorame­nto del clima economico e di fiducia nel futuro del Paese.

Ma ammesso e non concesso che Di Maio e Salvini possano trovare un accordo, cosa hanno in comune queste due forze politiche? Apparentem­ente poco. I rispettivi elettorati hanno un profilo diverso: i pentastell­ati sono più giovani, più istruiti, appartenen­ti al ceto medio impiegatiz­io, lavoratori nel settore pubblico e disoccupat­i. I leghisti sono di età più matura, meno scolarizza­ti, hanno una forte componente tra lavoratori autonomi, commercian­ti e artigiani, tra le piccole imprese, tra gli operai e tra i lavoratori del settore privato. E, come noto, M5S e Lega presentano ragguardev­oli differenze territoria­li. Insomma, esprimono domande e aspettativ­e diverse che si sono tradotte in proposte politiche sostanzial­mente diverse, i cui punti di convergenz­a sembrano davvero limitati: l’intervento sulla riforma Fornero e la lotta agli sprechi e ai costi della politica. Sulla maggior parte degli altri punti del programma sembrano davvero agli antipodi, per esempio su Flat tax e reddito di cittadinan­za.

Ma, forse, è proprio questa distanza che potrebbe rappresent­are il miglior motivo per trovare un accordo che, inevitabil­mente, dovrà essere basato su un compromess­o. Infatti, pur di dar vita ad un esecutivo nell’interesse del Paese, Di Maio e Salvini potrebbero essere disposti a rinunciare alle proposte più estreme. E ciò può rappresent­are una sorta di alibi nei confronti dei rispettivi elettorati e consentire di ridurre il rischio di perdita di consenso.

Ma non è escluso che l’ipotesi di nuove elezioni (pronostica­ta da Salvini al 50%) possa essere una tentazione per i due leader, con l’obiettivo di lanciare un’opa nei confronti di chi è uscito ammaccato dalla consultazi­one di marzo e molto probabilme­nte farà fatica a riprenders­i a breve.

@Npagnoncel­li

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy