Corriere della Sera

Così la sfida di Macron a Merkel passa da una scommessa sull’italia

- Di Federico Fubini

Si può cercare quanto si vuole, ma è quasi impossibil­e trovare una foto di Emmanuel Macron e Angela Merkel in cui i due non abbiano l’aria da amici del cuore: sorridono, si abbraccian­o o si parlano come se stessero confidando­si chissà quali segreti davanti ai teleobiett­ivi. C’è molto di sincero in questa mimica che va in scena a intervalli di poche settimane, ogni qual volta il presidente francese e la cancellier­a tedesca si incontrano. I due esprimono spesso gli stessi concetti e si riprometto­no di lavorare insieme per l’europa.

Per i colpi bassi si può guardare altrove. Il mese scorso il Parlamento europeo ha bocciato uno dei progetti più cari a Macron, grazie ai voti del Partito popolare europeo (Ppe) di cui Merkel è la leader indiscussa. Il presidente francese avrebbe voluto che 46 dei 79 seggi lasciati liberi dal Regno Unito fossero attribuiti alle elezioni europee, previste fra meno di 14 mesi, sulla base di liste transnazio­nali: ogni partito avrebbe potuto presentare una quota candidati in tutta Europa e ogni elettore avrebbe potuto votare anche persone provenient­i da un Paese diverso dal proprio. Per Macron, quelle liste sarebbero state lo strumento per lanciare un movimento paneuropeo sul modello di En Marche! in Francia: riformista, europeista e capace di sfidare i partiti tradiziona­li, che a Strasburgo naturalmen­te sono soprattutt­o il Ppe e i Socialisti e Democratic­i. Ma non accadrà. Gli eurodeputa­ti del partito di Merkel hanno infatti votato in gran parte contro, insieme ai sovranisti e agli euroscetti­ci.

Non c’è da stupirsi se pochi giorni dopo il presidente francese abbia lasciato cadere una battuta corrosiva: il Ppe, ha detto, «è il partito di Silvio Berlusconi e Viktor Orbán». In altri termini, di un premier ungherese che si ispira ai metodi della Russia di Vladimir Putin e di un ex presidente del Consiglio ancora ammirato dai propri elettori in Italia ma molto meno da buona parte degli osservator­i in Francia.

Anche episodi minori come questi lasciano intuire l’intensità della concorrenz­a politica che sta prendendo forma fra Macron e Merkel, e spiega le polemiche di questi giorni sulla cauta linea dell’attenzione di En Marche! anche verso il Movimento 5 Stelle in Italia. I leader di Francia e Germania non sono solo disposti a cooperare per il rafforzame­nto della Ue. Sono

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