Così la sfida di Macron a Merkel passa da una scommessa sull’italia
Si può cercare quanto si vuole, ma è quasi impossibile trovare una foto di Emmanuel Macron e Angela Merkel in cui i due non abbiano l’aria da amici del cuore: sorridono, si abbracciano o si parlano come se stessero confidandosi chissà quali segreti davanti ai teleobiettivi. C’è molto di sincero in questa mimica che va in scena a intervalli di poche settimane, ogni qual volta il presidente francese e la cancelliera tedesca si incontrano. I due esprimono spesso gli stessi concetti e si ripromettono di lavorare insieme per l’europa.
Per i colpi bassi si può guardare altrove. Il mese scorso il Parlamento europeo ha bocciato uno dei progetti più cari a Macron, grazie ai voti del Partito popolare europeo (Ppe) di cui Merkel è la leader indiscussa. Il presidente francese avrebbe voluto che 46 dei 79 seggi lasciati liberi dal Regno Unito fossero attribuiti alle elezioni europee, previste fra meno di 14 mesi, sulla base di liste transnazionali: ogni partito avrebbe potuto presentare una quota candidati in tutta Europa e ogni elettore avrebbe potuto votare anche persone provenienti da un Paese diverso dal proprio. Per Macron, quelle liste sarebbero state lo strumento per lanciare un movimento paneuropeo sul modello di En Marche! in Francia: riformista, europeista e capace di sfidare i partiti tradizionali, che a Strasburgo naturalmente sono soprattutto il Ppe e i Socialisti e Democratici. Ma non accadrà. Gli eurodeputati del partito di Merkel hanno infatti votato in gran parte contro, insieme ai sovranisti e agli euroscettici.
Non c’è da stupirsi se pochi giorni dopo il presidente francese abbia lasciato cadere una battuta corrosiva: il Ppe, ha detto, «è il partito di Silvio Berlusconi e Viktor Orbán». In altri termini, di un premier ungherese che si ispira ai metodi della Russia di Vladimir Putin e di un ex presidente del Consiglio ancora ammirato dai propri elettori in Italia ma molto meno da buona parte degli osservatori in Francia.
Anche episodi minori come questi lasciano intuire l’intensità della concorrenza politica che sta prendendo forma fra Macron e Merkel, e spiega le polemiche di questi giorni sulla cauta linea dell’attenzione di En Marche! anche verso il Movimento 5 Stelle in Italia. I leader di Francia e Germania non sono solo disposti a cooperare per il rafforzamento della Ue. Sono