Mosca convoca gli ambasciatori Ue Via al gran domino delle espulsioni
Il Cremlino accusa gli Usa: cercano di arruolare come spie i diplomatici cacciati
MOSCA Alla fine la risposta della Russia è arrivata con le previste liste di diplomatici dichiarati persone non gradite, con nuove accuse reciproche e con minacce di ulteriori azioni. Ieri il ministero degli Esteri ha convocato gli ambasciatori di 23 Paesi europei e Nato per comunicare che il governo russo, come annunciato, rispondeva con altrettante espulsioni alle decisioni dei governi occidentali di ridurre le missioni diplomatiche di Mosca. Il giorno prima, la stessa cosa era stata detta ai rappresentanti di Washington e Londra. Poi seguiranno le contromisure per i Paesi che si sono aggiunti in un secondo momento alla lista: Belgio, Georgia, Ungheria e Montenegro.
L’espulsione di 153 diplomatici russi, in buona parte agenti sotto copertura, è stata decisa da 29 Paesi, compresa l’italia, dopo l’avvelenamento con una sostanza chimica denominata Novichok dell’ex agente del Gru Sergej Skripal e della figlia Yulia a Salisbury, in Inghilterra, il 4 marzo. Lei è in via di guarigione; lui è sempre in condizioni critiche. Il governo di Londra ha detto di essere «praticamente certo» della colpevolezza della Russia, ma non ha fornito prove. E su questo punto insiste Mosca che definisce del tutto infondate e provocatorie le accuse.
Il clima è particolarmente teso, con centinaia di persone da una parte e dall’altra costrette a lasciare in poche ore i Paesi di residenza, compresi bambini a metà dell’anno scolastico. Anche per questo, forse, fioccano addebiti reciproci. Il ministero degli Esteri russo sostiene che i servizi segreti americani stiano sottoponendo a forte pressione i suoi dipendenti in partenza da Washington e da Seattle (dove è stato chiuso il consolato) perché passino dall’altra parte. In una nota si parla di «frenetici sforzi» dei servizi Usa e di offerte «ciniche e disgustose». Gli americani, continua il ministero, stanno cercando «di approfittare di questo difficile momento per i nostri connazionali».
Il dipartimento di Stato, a sua volta, ha avuto da ridire sulla scelta dei 60 diplomatici da espellere fatta da Mosca: «E’ chiaro dalla lista fornita che la Federazione Russa non è interessata al dialogo». Frase oscura che potrebbe far pensare al fatto che non debbano lasciare Mosca solo presunti agenti sotto copertura ma anche funzionari impegnati in progetti di collaborazione tra i due paesi.
Mosca ha anche dato un mese di tempo al governo May per ridurre ulteriormente il numero dei dipendenti dell’ambasciata di Mosca al fine di portarli allo stesso livello dei russi a Londra. Il Cremlino ripete di essere pronto a collaborare in una indagine e reclama dalla Gran Bretagna un campione della sostanza utilizzata a Salisbury. Inoltre Peskov ha annunciato che il suo paese ha chiesto una riunione straordinaria dell’opcw, l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche che sta già lavorando con i britannici. Mosca sollecita una indagine «obiettiva e imparziale». Ieri sera intanto, nuove polemiche tra Russia e Gran Bretagna. Mosca ha protestato perché un aereo di linea dell’aeroflot sarebbe stato perquisito senza motivo all’aeroporto di Londra. Forse era l’apparecchio con il quale giunse in Inghilterra la figlia di Skripal.