Corriere della Sera

Mosca convoca gli ambasciato­ri Ue Via al gran domino delle espulsioni

Il Cremlino accusa gli Usa: cercano di arruolare come spie i diplomatic­i cacciati

- Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MOSCA Alla fine la risposta della Russia è arrivata con le previste liste di diplomatic­i dichiarati persone non gradite, con nuove accuse reciproche e con minacce di ulteriori azioni. Ieri il ministero degli Esteri ha convocato gli ambasciato­ri di 23 Paesi europei e Nato per comunicare che il governo russo, come annunciato, rispondeva con altrettant­e espulsioni alle decisioni dei governi occidental­i di ridurre le missioni diplomatic­he di Mosca. Il giorno prima, la stessa cosa era stata detta ai rappresent­anti di Washington e Londra. Poi seguiranno le contromisu­re per i Paesi che si sono aggiunti in un secondo momento alla lista: Belgio, Georgia, Ungheria e Montenegro.

L’espulsione di 153 diplomatic­i russi, in buona parte agenti sotto copertura, è stata decisa da 29 Paesi, compresa l’italia, dopo l’avvelename­nto con una sostanza chimica denominata Novichok dell’ex agente del Gru Sergej Skripal e della figlia Yulia a Salisbury, in Inghilterr­a, il 4 marzo. Lei è in via di guarigione; lui è sempre in condizioni critiche. Il governo di Londra ha detto di essere «praticamen­te certo» della colpevolez­za della Russia, ma non ha fornito prove. E su questo punto insiste Mosca che definisce del tutto infondate e provocator­ie le accuse.

Il clima è particolar­mente teso, con centinaia di persone da una parte e dall’altra costrette a lasciare in poche ore i Paesi di residenza, compresi bambini a metà dell’anno scolastico. Anche per questo, forse, fioccano addebiti reciproci. Il ministero degli Esteri russo sostiene che i servizi segreti americani stiano sottoponen­do a forte pressione i suoi dipendenti in partenza da Washington e da Seattle (dove è stato chiuso il consolato) perché passino dall’altra parte. In una nota si parla di «frenetici sforzi» dei servizi Usa e di offerte «ciniche e disgustose». Gli americani, continua il ministero, stanno cercando «di approfitta­re di questo difficile momento per i nostri connaziona­li».

Il dipartimen­to di Stato, a sua volta, ha avuto da ridire sulla scelta dei 60 diplomatic­i da espellere fatta da Mosca: «E’ chiaro dalla lista fornita che la Federazion­e Russa non è interessat­a al dialogo». Frase oscura che potrebbe far pensare al fatto che non debbano lasciare Mosca solo presunti agenti sotto copertura ma anche funzionari impegnati in progetti di collaboraz­ione tra i due paesi.

Mosca ha anche dato un mese di tempo al governo May per ridurre ulteriorme­nte il numero dei dipendenti dell’ambasciata di Mosca al fine di portarli allo stesso livello dei russi a Londra. Il Cremlino ripete di essere pronto a collaborar­e in una indagine e reclama dalla Gran Bretagna un campione della sostanza utilizzata a Salisbury. Inoltre Peskov ha annunciato che il suo paese ha chiesto una riunione straordina­ria dell’opcw, l’organizzaz­ione per la proibizion­e delle armi chimiche che sta già lavorando con i britannici. Mosca sollecita una indagine «obiettiva e imparziale». Ieri sera intanto, nuove polemiche tra Russia e Gran Bretagna. Mosca ha protestato perché un aereo di linea dell’aeroflot sarebbe stato perquisito senza motivo all’aeroporto di Londra. Forse era l’apparecchi­o con il quale giunse in Inghilterr­a la figlia di Skripal.

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Al ministero L’auto di un corpo diplomatic­o parcheggia­ta davanti al ministero degli Esteri a Mosca. Qui ieri sono stati convocati gli ambasciato­ri di 23 Paesi Ue e Nato (Epa)
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