«Vivo nell’arte. Il pezzo forte ? Il paesaggio»
Casamonti e la vista mozzafiato su Firenze: io, mercante atipico: amo più comprare che vendere»
Il museo
Nel cuore di Firenze, il piano nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni accoglie la Collezione Roberto Casamonti. Una straordinaria vetrina sulle avanguardie del XX secolo: Morandi, de Chirico, Casorati, Picasso, Klee, Chagall, Burri, Fontana, Warhol. Ingresso libero, visitabile su prenotazione: tel. 055/602030, per informazioni www.collezio necasamonti. com. (bm) C ome tutti i cacciatori di bellezza, Roberto Casamonti è uomo pericoloso. Perché lui, gallerista di caratura internazionale (sua la Tornabuoni Arte), collezionista e mecenate, alla bellezza non lascia scampo. La individua, se ne appropria e la imprigiona, in cornice o sotto vetro. Affinché, come un farmaco a rilascio graduale, possa continuare a effondere energia, «quell’energia creativa, necessaria alla vita e ai sogni», dice.
Succede nelle gallerie di Firenze, Parigi, Londra e nel museo che ha aperto a Firenze la scorsa settimana con il corpus della sua collezione. E succede a casa, sulle colline di Bagno a Ripoli. Dove, all’ingresso, un Guerriero di Pino Pascali, dall’armatura di latta, sorveglia con ironia ostaggi eccellenti. Joan Miró e Hans Hartung, Daniel Spoerri e Jannis Kounellis. Ma anche Giorgio Morandi, con quelle bottiglie (veri paesaggi interiori) che furono la sua magnifica ossessione, e Lucio Fontana, con due tele emblematiche: «una rossa, una bianca, entrambe con un Effetto dirompente
Miró, Morandi, Fontana: tutti un passo avanti nel vedere oltre. Per me la loro presenza è come una bomba a orologeria
taglio solo, centrale, perfetto». Tutti fuoriclasse della sfida. «Precursori, visionari; tutti un passo avanti nella capacità di vedere oltre, di tracciare una nuova via nella storia della visione; la loro presenza non smette di stimolarmi, le loro opere sono bombe a orologeria che innescano, se le guardo, un dialogo fertile».
Opere sottratte al mercato, che Casamonti ha voluto tenere gelosamente per sé. «Sono un mercante atipico; mi gratifica più acquistare che vendere, se potessi non darei via niente», confessa indicando quei pezzi inseguiti e conquistati uno a uno, «come una donna», spesso dopo una lunga ricerca, «un lungo corteggiamento» lo definisce. Il pezzo più amato? Risposta difficile. Forse l’ultimo, «un disegno di Pablo Picasso del ‘41».
O forse Nell’occhio del bambino di Nicola De Maria, campione della Transavanguardia, appeso sopra il divano bianco nel salone: «Il titolo è fantastico, allusivo a chi si affaccia al mondo e vede per la prima volta i colori, le forme; non è un quadro ma un bagno di freschezza, di innocenza, di immensità; guardarlo, per me, è come nascere ogni giorno».
Dipinti e sculture occupano spazi ben ritagliati in questa casa tutta vetro, cemento armato e pietraforte (la stessa di Palazzo Vecchio e della reggia di Pitti), fatta costruire intorno a un tramonto. «Era il 1970. Mi invitarono a vedere un lotto di terreno in collina. Stava calando il sole: un’arancia rossa all’orizzonte, in basso l’ansa dell’arno, sullo sfondo Firenze con il Duomo, il Campanile di Giotto, le sue cupole». Una veduta da Grand Tour. Un capolavoro di pittura a tre dimensioni. Che Casamonti fa inquadrare attraverso le grandi vetrate del salone: «Il pezzo forte della raccolta», confida sornione.
E il panorama su Firenze è, per lunghi anni, il solo paesaggio in collezione. Oggi, quasi a tutta parete, al posto di una Fine di Dio di Fontana («opera che ancora rimpiango»), lo affianca uno scorcio di campagna romana di Herman van Swanevelt, principe dei paesaggisti olandesi del XVII secolo. L’unico pezzo d’epoca della dimora, insieme alle porte della zona notte, «prese alla mostra di antiquariato di Cortona», e a una Natività lombarda del Cinquecento nell’angolo pranzo, un cubo trasparente nel verde del giardino. Sul tavolo tondo poggia un gesso di Mario Ceroli, libera rivisitazione di un bronzo di Riace: «la sintesi di due estremi cronologici, il compendio dell’intera storia della bellezza. Quella vera. Che non conosce età».