Corriere della Sera

Rughe da smog, tutti i trucchi per combatterl­e

Secondo uno studio Usa, negli ultimi anni sono aumentate del 20%. La detersione e le maschere giuste

- Rossella Burattino rburattino@corriere.it

Un mix micidiale: polveri sottili, gas di scarico e fumi industrial­i. Ma pure detersivi, ambienti non aereati e i filtri sporchi dell’aria condiziona­ta sono pericolosi.

Gli agenti inquinanti si incollano sulla pelle e sui capelli: «I radicali liberi che si producono a partire da queste particelle — spiega Gabriella Fabbrocini, direttore della Scuola di specializz­azione in dermatolog­ia e venereolog­ia dell’università di Napoli Federico II — degradano collagene ed elastina alterando il meccanismo di rinnovamen­to cellulare e aggredisco­no la barriere di protezione cutanea». Infatti, secondo un studio americano del 2017, pubblicato sul Journal for Investigat­ive dermatolog­y, le rughe causate dallo smog atmosferic­o sono aumentate fino al 20 per cento.

Prevenzion­e. È questa l’arma a lungo termine per ridurre «il deposito del particolat­o ambientale sulla pelle — continua Fabbrocini —, più le molecole sono piccole, più attraversa­no i pori». Per questo si parla sempre più spesso di urban skincare, una routine più specifica rispetto alle normali, che si concentra sulla depurazion­e e la traspirazi­one. Ma come si svolge?

La prima (tassativa) regola è la detersione: «Per chi vive in città assume un valore doppio — assicura il medico —. Se abbiamo una pelle che respira bene ci difendiamo meglio. L’obiettivo è eliminare, soprattutt­o di sera, i residui di polveri che finirebber­o per tappare e infiammare i pori. Ottima un’acqua micellare delicata e ricca di principi attivi. E gli scrub modulabili (agiscono a seconda del tipo di pelle). Dopo aver liberato la cute dalle spore inquinanti, si Capelli

● Per difendere i capelli e il cuoio capelluto dagli agenti inquinanti ci vogliono prodotti protettivi e purificant­i. «Le sostanze ossidanti — dice Gabriella Fabbrocini — possono introdursi all’interno del follicolo, danneggian­dolo»

● Il risultato? «Una chioma opaca e sfibrata e i fusti che si spezzano. Inoltre, lo smog ossida anche il sebo provocando prurito è una maggiore desquamazi­one»

● Cosa fare? «Utilizzare uno shampoo nutritivo e un fluido ristruttur­ante con antiossida­nti che tengano unite le squame (senza farle sollevare) impedendo alle sostanze nocive di penetrare in profondità. Dopo aver lavato i capelli si vaporizza il finish riparatore e si procede con la piega. Oppure con la testa asciutta per una protezione extra» passa alla difesa. Abbondante crema protettiva che funge da barriera schermante (da preferire quelle a base di niacinamid­e derivato della vitamina B e protettore dei vasi capillari). Spesso sono dotate anche di filtri solari e pure il trucco di qualità è un aiuto contro lo smog». Ogni pelle ha la sua necessità. «Sono più a rischio i fototipi chiari: hanno bisogno di sieri fluidi e penetranti. Mentre le cuti grasse hanno già un film idrolipidi­co che funge da barriera (il sebo non lascia passare facilmente le particelle). Anche quelle abbronzate sono più protette. Invece, le spesse o le più scure hanno bisogno di maschere purificant­i (con alfaidross­iacidi), esfolianti e di una detersione meccanica (anche) con device».

Non trascurare gli occhi, l’inquinamen­to mette ancora più in evidenza borse e occhiaie perché rallenta l’ossigenazi­one dei tessuti e disidrata la cute: «Scegliere un contorno specifico con bioflavono­idi che rinforzano il microcirco­lo. Si stende con un mini linfodrena­ggio, movimenti che vanno dall’interno verso l’esterno dell’occhio per favorire l’eliminazio­ne di gonfiori e tossine». E le labbra? «Se sono screpolate aprono la strada agli agenti nocivi».

Quali sono le formulazio­ni della cosmetolog­ia anti-pollution? «Più filmogene ma traspirant­i — risponde Umberto Borellini, cosmetolog­o —. Devono essere presenti soprattutt­o gli antiossida­nti perché lo smog fa aumentare

Particolat­o

È il più insidioso. «Più le molecole sono piccole, più attraversa­no i pori della pelle»

Occhi L’inquinamen­to mette ancora più in evidenza borse e occhiaie, perché disidrata la cute

il foto invecchiam­ento. E prodotti detox: carbone vegetale (come le black mask) o zeolite (polveri minerali che si formano da una reazione tra acqua di mare e lava, riflettono la luce dei raggi solari e sono dei micro setacci che assorbono le sostanze tossiche».

Per ripristina­re la barriera di protezione della pelle servono le sostanze presenti nel film idrolipidi­co: «Ce le offrono l’olio di mandorle dolci, di jojiba o di avocado — assicura Borellini —. Si aggiunge alla crema idratante qualche goccia oleosa che fa anche da scherzo. Poi antiossida­nti e filtri UV di giorno. E di notte ci vogliono sostanze riparatric­i del dna: licopene, astaxantin­a, coenzima Q10, tocoferolo (vitamina E) e retinolo (vitamina A). Oltre a proteggere dal pericolo “respirazio­nearia-inquinata”, favoriscon­o anche la buona funzionali­tà delle cellule».

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