Vivendi fuori gioco anche su Premium Nomine Tim, asse Elliott-assogestioni
Sotto attacco su Tim e ora anche fuori gioco su Premium. La campagna d’italia di Vivendi rischia di costare cara a Vincent Bolloré. Il quale a questo punto si deve rassegnare: con Mediaset non ci potrà essere alcuna trattativa, ma solo la causa per danni intentata da Cologno per il mancato acquisto di Premium.
Su Tim il rischio è altrettanto elevato. Elliott è certo di riuscire a estromettere dal board i rappresentanti di Vivendi all’assemblea del 24 aprile. I francesi faranno di tutto per evitarlo e gli avvocati sono al lavoro proprio con questo obiettivo. Ma i fondi di investimento, che controllano il 58% circa del capitale di Tim, sono pronti ad appoggiare Elliott. Il fondo Usa, a sua volta, per una sorta di reciprocità, ieri ha annunciato che voterà in assemblea i candidati di Assogestioni per il rinnovo del collegio sindacale. Intanto continuano le scintille tra i consiglieri Tim in quota Vivendi e il collegio sindacale. Giovedì scorso, al termine del board, una nota dava conto che «la società è in attesa di ricevere
I sindaci
Elliott voterà con i fondi per il nuovo collegio sindacale
dal collegio sindacale la documentazione prevista dalla legge al fine di procedere ai necessari adempimenti pubblicitari» sulla revoca e reintegro del consiglio chieste da Elliott e fatta propria dai sindaci. La documentazione, hanno risposto ieri, è già «a disposizione dei soci, unitamente alla restante documentazione assembleare». Nella relazione i sindaci evidenziano «alcune irregolarità» nei criteri e nelle procedure usate da Tim per definire« indipendenti» i suoi consiglieri, in particolare quelli francesi in quota Vivendi per i quali il 3 marzo sono stati confermati i requisiti.