Carrello della spesa più caro A marzo si rivede l’inflazione
Prezzi in aumento dello 0,9%. Ma in Italia e in Europa il 2% resta lontano
ROMA L’anticipo della Pasqua rispetto all’anno scorso, il meteo avverso, ma anche la fine dei saldi invernali su abbigliamento e calzature, spingono al rialzo l’inflazione. Anche se l’impennata di marzo, che spinge il tasso annuo di crescita dei prezzi al consumo dallo 0,5% allo 0,9%, con un incremento mensile dello 0,4% su febbraio, potrebbe fermarsi presto. E già ad aprile, quando ci si confronterà con il picco del 2017, è lecito attendersi un rientro della dinamica dei prezzi.
A spingere l’indice al rialzo, a marzo, hanno contribuito l’inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari, trainati dall’aumento dei prodotti lavorati (+2,5% annuo contro il +1,3% di febbraio) , mentre rallenta la discesa dei prezzi dei prodotti freschi (-0,4% rispetto al -3,2% di febbraio), anche se secondo la Coldiretti i prezzi pagati agli agricoltori continuano a crollare. Secondo l’organizzazione i prezzi alla produzione dei pomodori è sceso del 63%, quello di peperoni e fagiolini di oltre il 25%.
Nel mese di marzo salgono anche i prezzi dei tabacchi (+2,2% da +0,3%), ma anche questo è un aumento “una tantum” destinato quindi a rientrare in futuro, e dei trasporti (+2,5% da +1,9%).
I consumatori sono preoccupati per gli effetti del rialzo sul carrello della spesa delle famiglie (per quella “tipo” dell’istat si calcola un rincaro di 273 euro l’anno). Secondo la Confcommercio il rialzo di marzo «potrebbe preludere al ritorno alla normalità nei prossimi mesi», e quindi ad un riavvicinamento dell’inflazione intorno all’obiettivo del 2% fissato dalla Bce. Anche Banca Intesa è convinta che l’inflazione in Italia abbia superato definitivamente i recenti minimi, anche se il trend di risalita appare lento.
L’obiettivo del 2% di inflazione resta lontano. In Francia il tasso annuo è passato dall’1,3 all’1,7%, in Germania dall’1,2 all’1,5%. Più che in Italia, ma meno delle attese.