Corriere della Sera

Nuovi modelli e occupati, sindacati Maserati in pressing su Fca

Dopo la lettera Fiom, formale richiesta di incontro. Sul tavolo il destino delle produzioni a Mirafiori-grugliasco

- Rita Querzé

Sindacato in pressing su Fca per il futuro di Grugliasco e Mirafiori. La Fiom ha promosso una lettera aperta firmata da 782 lavoratori Maserati su poco meno di duemila dipendenti dello stabilimen­to di Grugliasco. Ieri i metalmecca­nici della Cgil hanno poi fatto seguire una formale richiesta di incontro. Una seconda richiesta di incontro è stata inviata, in contempora­nea, dai segretari nazionali e territoria­li di Fim e Uilm (insieme con Ugl, Associazio­ne quadri e Fismic). Oggetto: il destino del polo del lusso di Mirafiori-grugliasco.

Un filo lega queste iniziative. Anche se con strumenti diversi, in linea con la differente posizione in azienda (Fim e Uilm sono firmatarie del contratto di Fca, la Fiom no) le sigle dei metalmecca­nici premono su Fca per avere informazio­ni rispetto al futuro degli stabilimen­ti scritto nel piano industrial­e che sarà presentato il primo giugno. Non si tratta di un obiettivo facile. Al salone di Ginevra, lo scorso 7 marzo, l’amministra­tore delegato Sergio Marchionne ha dato poche soddisfazi­oni a chi lo ha interrogat­o sul futuro di Fca. Resta il fatto che la presentazi­one del piano è uno snodo cruciale per la programmaz­ione degli investimen­ti in Italia.

Ma ripartiamo dalla lettera dei lavoratori Maserati. A oggi il grosso delle auto col tridente sono prodotte a Mirafiori (il suv Levante) e a Grugliasco (le berline Quattropor­te e Ghibli). A Mirafiori si produce anche la Mito Alfa Romeo. La speranza del sindacato è che a Mirafiori arrivi la produzione di una nuovo modello in grado di azzerare l’utilizzo degli ammortizza­tori. Qui, infatti, alla fine di luglio scadono i contratti di solidariet­à. Fim e Uilm vorrebbero qualche rassicuraz­ione rispetto ai contenuti del piano. «Non pretendiam­o di sapere prima quale modello arriverà ma riteniamo indispensa­bile anticipare la discussion­e e affrontare il problema prima di giugno — chiarisce Ferdinando Uliano della Fim Cisl —. Far partire un nuovo modello vuol dire preparare i lavoratori con formazione adeguata. E questo richiede tempo. Senza contare che a Mirafiori c’è anche da affrontare il problema dei lavoratori che, per età, malattie o infortuni, hanno capacità lavorative ridotte». «Abbiamo la necessità di prevenire eventuali criticità — aggiunge Dario Basso, alla guida della Uilm di Torino —. Anche perché, se non arrivano nuovi modelli, a Mirafiori gli esuberi potenziali potrebbero essere consistent­i».

Simile la visione della Fiom. «Per noi l’urgenza in questo momento sono gli stabilimen­ti di Mirafiori e Pomigliano dove gli ammortizza­tori scadono entro luglio. Chiediamo che il gruppo dia una missione produttiva definita che garantisca l’occupazion­e», dice il segretario della Fiom Michele De Palma. Che pungola Fim e Uilm: «La mancanza si un’azione unitaria su questo tema danneggia i lavoratori». A fine anno scade il contratto Fiat. Interessan­te sarà vedere come i metalmecca­nici, che hanno firmato unitariame­nte il contratto con Federmecca­nica, si giocherann­o la partita.

Il piano Marchionne non ha finora dato anticipazi­oni sul piano in calendario a giugno

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