Corriere della Sera

Non basta Bonucci Juve sempre più sola

- di Mario Sconcerti

Non è più una partita a favore della Juve, è un’intera fase di campionato a raccontare una diversità. In quattro partite la Juve ha preso 5 punti al Napoli, tantissimi per essere così vicini al termine. Soprattutt­o se il Napoli dà segni di stanchezza. La Juve non gioca mai benissimo, ieri per un’ora il Milan è stato all’altezza, ma è davvero poco prevedibil­e. Segna il gol decisivo Cuadrado appena al suo rientro, definisce il risultato Khedira, uno di quelli in difficoltà nella piccola ragnatela del Milan. C’è adesso una differenza aritmetica che si aggiunge a una differenza tecnica. La Juve ha più possibilit­à di ribaltare la partita, ha più soluzioni. Continua a non esserci una qualità di gioco all’altezza dei risultati, il Milan per molto tempo l’ha messa in difficoltà con la sua facilità di tenere la palla in modo costruttiv­o, ma se alla fine i risultati sono sempre a favore vuol dire che il merito è evidente. La Juve di ieri è stata insistente, soprattutt­o nel secondo tempo. Nel suo modo poco aggraziato, un po’ stanco, ma continuo. Questa è la squadra che al tempo di Pasqua ha davvero qualcosa in più. Non è il momento di essere perfetti, è il momento in cui cercare la partita con forza, costanza, fino a prendersi un gol ormai improbabil­e, fino a rendere rotonda una distanza indefinita dall’avversario. Il Milan ha giocato in modo logico, la vecchia armonia mandata a memoria, una specie di lezione ripetuta a tavolino anche se non supportata dalla classe. Ma è la varietà della Juve che giustifica alla fine anche la sua pigrizia, il suo andare lento, inospitale, a volte poco congruo. La Juve si basta. E quando arriva il risultato riesci a vedere la partita con tutto un altro teorema. La vittoria sul Milan, per come è stata raggiunta e per la qualità dell’avversario, porta la Juve a un vantaggio molto diverso da quello di due giornate fa. Ora c’è una costruzion­e forse inadatta (la Juve dovrà comunque rifondarsi) ma così insistente da non avere avversari. L’impression­e è che sia più un successo di Allegri che dei giocatori. È difficile vedere generali nella Juve, eccezioni, geni. Sanno tutti cosa fare a memoria senza che nessuno sia un vero profeta. Ma è accaduto tanto in queste trenta giornate e tutto dice che il primato è ormai più che legittimo. Il Napoli è stanco e sfortunato. Chi piega le ginocchia a un chilometro dall’arrivo non ha mai torto, è solo sfinito. Ma a vincere cominciano gli altri.

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