Corriere della Sera

QUEL GESTO RACCONTA ANCHE NOI

- di Aldo Cazzullo

«P rendi me al suo posto». Di questi primi tre mesi dell’anno, segnati dai massacri in Siria, dalle tensioni con la Russia, dalla pervicacia del terrorismo islamico, ci restano le parole di Arnaud Beltrame, il poliziotto che offre e dà la propria vita per salvare una donna che non ha mai conosciuto. Un gesto che ci scuote, in un tempo dominato dall’individual­ismo spesso degenerato nel narcisismo. E non soltanto la Francia si interroga su quale possa essere il sentimento, l’ideale, il principio da cui quel gesto è nato. La patria, è la prima risposta. «Comunione repubblica­na» titola a tutta pagina Libération, giornale di sinistra spesso irriverent­e, con un’unica grande foto del tricolore sulla bara. «Sono i valori della polizia» rivendican­o i generali. «E della massoneria» aggiunge la Gran Loggia di Francia, cui Beltrame si affiliò nel 2008. Ma la persona che lo conosceva meglio, sua moglie Marielle, ama ricordare la sua fede: «È stato il gesto di un poliziotto, e di un cristiano. Dettato dall’amor di patria e dall’amore per il prossimo. Due ispirazion­i impossibil­i da separare». E così, nella settimana santa, il Paese più laico d’europa si scopre a discutere su come la religione possa influire sulla vita privata e pubblica. È un tema che riguarda anche l’italia, Paese che si pensa cattolico ma in cui i praticanti sono una maggioranz­a sempre più esigua; reduce da elezioni che hanno quasi azzerato la presenza organizzat­a dei cristiani in politica, egemone per mezzo secolo e influente ancora nei vent’anni successivi.

In un discorso pubblico dominato dagli scandali o comunque dal potere, non sempre ci si accorge di quanto la fede e i sentimenti cristiani siano vivi non solo nella dimensione intima ma anche in quella sociale. Ne abbiamo avuto la misura, qui al Corriere, con l’iniziativa delle Buone Notizie, il settimanal­e dedicato all’«impresa del bene» che ha fatto affiorare alla superficie dell’informazio­ne centinaia di storie di un’italia profonda, legata alla dimensione della cura, del dono di sé, financo del sacrificio. Vicende che rivelano anche una grande resistenza al destino, allorché da un incidente, dalla malattia, dal pericolo emergono una reazione, un riscatto, una capacità di adattament­o e di crescita spirituale insospetta­bili in un Paese all’apparenza di cattivo umore come l’italia di oggi.

Del resto, anche noi abbiamo avuto i nostri Beltrame. Il sacrificio di Salvo D’acquisto è giustament­e noto. Meno conosciuto è quello di Vittorio Marandola, Fulvio Sbarretti e Alberto La Rocca, i tre carabinier­i di Fiesole che vanno a farsi uccidere, in una domenica di agosto piena di sole, per salvare dieci ostaggi che non hanno mai conosciuto. Quasi nessuno ricorda don Ferrante Bagiardi, che offre invano la sua vita in cambio di 73 parrocchia­ni e alla fine sceglie di morire con loro: «Vi accompagno io davanti al Signore». C’è un filo, intessuto dall’altruismo, dal senso del dovere, spesso dalla fede, che lega le storie di poliziotti, magistrati, persone che lottano contro la mafia e il terrorismo (e il pensiero va a Nicola Calipari che fa scudo con il suo corpo alla prigionier­a che ha liberato). Ricordare il loro esempio e aprire gli occhi sui tanti segni di rinascita e di fermezza di fronte al male è il miglior augurio di Pasqua che possiamo farci.

Dimensione sociale Non sempre ci si accorge di quanto la fede e i sentimenti cristiani siano vivi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy