Niente più ostie in Venezuela: e arriva l’aiuto dalla Colombia
Almeno le ostie per le messe della Settimana Santa. Se il governo di Nicolas Maduro si è opposto finora a qualsiasi intervento umanitario dall’estero che allevi il dramma economico che sta vivendo il Venezuela, all’offerta dei vescovi di Cucuta è stato impossibile dire di no. Dalla città colombiana di confine, la diocesi locale ha annunciato la donazione di 250.000 ostie alle chiese delle città vicine. «A causa della mancanza di tanti prodotti di base in Venezuela — spiega la pagina Facebook — le ostie per la celebrazione dell’eucarestia non fanno eccezione». Poi la consegna è avvenuta simbolicamente con scatoloni sul ponte internazionale Simon Bolivar, lo stesso percorso ogni giorno da migliaia di venezuelani per andare a far spese a Cucuta, o spesso per fuggire dalla fame e non tornare più a casa.
Tra i prodotti praticamente spariti dai negozi e supermercati in Venezuela c’è proprio la farina di grano, con la quale si preparano le ostie. Negli ultimi tempi, in molte chiese, i sacerdoti hanno distribuito l’eucarestia con pani di farina di mais, base dell’alimentazione in Venezuela e meno difficile da trovare di quella di grano.
Un’altra decisione emblematica presa dalla Chiesa cattolica in Venezuela è stata quella di dispensare i fedeli dalla dieta di magro nei giorni comandati, a causa dei prezzi impossibili toccati dal pesce. Lo ha fatto sapere lo stesso arcivescovo di Caracas durante un’omelia alla quale hanno partecipato 125 sacerdoti della capitale. Don Jorge Urosa ha anche raccomandato che di fronte alla drammatica polarizzazione che vive il Paese, i preti non prendano posizione, ma allo stesso tempo restino attenti e vigili ai problemi della gente e al rispetto dei diritti umani. Davanti alla polverizzazione del bolivar, la moneta venezuelana, un chilo di pesce può costare una media di due stipendi. Nei giorni scorsi il governo Maduro ha annunciato una nuova moneta, il bolivar sovrano, con una operazione cosmetica che consiste soltanto nel togliere tre zeri, e stampando nuove banconote, dato che quelle attuali non valgono praticamente più nulla. È consenso tra gli economisti che assai difficilmente la misura potrà contenere l’attuale processo di iperinflazione e il raddoppio dei prezzi ogni mese.