NELLA LOTTA ALLE MOLESTIE L’ITALIA È ANCORA INDIETRO
Emergenza Secondo l’istat gesti di esibizionismo, telefonate oscene e pedinamenti sono in calo, ma i casi di sexual harassment in azienda rimangono invece stabili
È di questi giorni la notizia secondo cui l’arma dei Carabinieri ha aperto un provvedimento disciplinare contro la carabiniera Angela Rizzo per non aver chiesto l’autorizzazione a rilasciare un’intervista e aver gettato discredito sul prestigio dell’arma. In una recente puntata di «Presa Diretta», Angela aveva ripercorso la vicenda che l’ha vista vittima di molestie sessuali da parte di un suo superiore, Luigi Ruggiero, condannato in secondo grado dal tribunale militare per minacce aggravate. In poche ore sul web si è alzata un’ondata di indignazione. Il tema del discredito richiama infatti un concetto che si sperava superato, quello del «delitto contro la morale» nel cui ambito, fino al 1996, veniva ricondotta la violenza sessuale. C’è voluto il femminismo prima e il legislatore poi per considerare la violenza di genere un crimine contro la persona. Evocare il leso prestigio richiama tempi funesti e accende i riflettori sulla percezione delle molestie nel nostro Paese. La distanza rispetto agli Stati Uniti, dove il caso Weinstein ha portato a una presa di coscienza collettiva, è enorme.
Negli Usa il movimento #metoo si è tradotto in decine di denunce pubbliche e quindi in licenziamenti e dimissioni. Le voci di dissenso, circa il rischio di «caccia alle streghe», sono state marginali. L’italia e l’europa hanno invece reagito con cautela. Le attrici francesi hanno scritto un manifesto in cui rivendicano «la libertà di importunare» denunciando il ritorno del puritanesimo. Le loro colleghe italiane hanno fatto un po’ meglio, ricordando che le molestie sono una pratica sistematica e che nulla hanno a che vedere con la seduzione. Tuttavia, sono rimaste vaghe, scegliendo di non fare i nomi dei molestatori.
Ma è proprio il silenzio da parte delle vittime ciò che rende le molestie un fenomeno strutturale. Secondo un recente rapporto Istat, se i gesti di esibizionismo, le telefonate oscene, i pedinamenti, le molestie fisiche e verbali sono in calo, i casi di sexual harassment in azienda rimangono
Diversità
Negli Stati Uniti il movimento #metoo si è tradotto in decine di denunce pubbliche
invece stabili. Quasi 1 milione e 200 mila donne sono state vittime di molestie per essere assunte, mantenere il posto o per una promozione. Nell’81% dei casi non hanno parlato dell’accaduto con colleghi o superiori. Non che la situazione sia diversa negli Usa, dove la Equal Employment Opportunity Commission stima che solo una vittima su quattro denuncia. La stima è del 2016, prima cioè del caso Weinstein. Ed è questo il punto: in che misura il movimento #metoo cambierà i comportamenti? Il sospetto è che se negli Stati Uniti è in corso una