Pizza, televisione ed effetti collaterali
Guardare una serie televisiva fino a tarda notte. Ci sono due possibilità: spettatore insonne o spettacolo avvincente. Reduce da Collateral, propendo per la seconda spiegazione, e ringrazio la collega Francesca Gambarini che ha segnalato questa produzione inglese tra le Correcensioni di 7-Corriere: «La detective Kip Glaspie (Carey Mulligan) è britannicamente perfetta. La mano del narratore è sapiente e spiazzante». Tutto vero, e c’è dell’altro.
Questa miniserie (4 puntate, 57 minuti ognuna), diretta da S.J. Clarkson e scritta da David Hare, trasmessa dalla Bbc in febbraio e ora disponibile su Netflix, è coraggiosa. Non si rifugia nel solito mondo distopico o in qualche fascinosa ricostruzione in costume. Cerca di afferrare l’attualità, che è scivolosa come una saponetta. Si parte dall’uccisione di un fattorino per la consegna della pizza a domicilio e si finisce per descrivere la nuova Inghilterra: immigrazione confusa, politica frastornata, chiesa scombussolata, militari inquieti, polizia sotto pressione, famiglie frullate.
Ognuno, in materia televisiva, ha i suoi gusti. C’è chi ama gli eterni zombie (Walking Dead) e chi i vecchi mafiosi (Boardwalk Empire), chi il passato tumultuoso (Il Trono di Spade) e chi il futuro inquietante (Handmaid’s Tale). Personalmente preferisco il presente. Le variazioni sul tema di qualcosa che posso riconoscere. E la Londra di Collateral è riconoscibile: trama e personaggi sono plausibili. Ho amici inglesi che sembrano ritagliati su John Simm (David Mars), deputato laburista di buon cuore, destinato a restare eternamente all’opposizione. C’è poi un aspetto formale. Se le prime serie sono sembrate un’interessante estensione della televisione, le più recenti rappresentano una diversa somministrazione del cinema. L’ho capito guardando alcuni episodi di The Wire, una serie poliziesca americana, trasmessa tra il 2002 e il 2008 da Hbo (ora disponibile su Sky). C’è tutto: Filadelfia, le etnie, gli scontri, le carriere, la fatica di essere americani in questo secolo; ma la parentela con i telefilm è evidente. Collateral e Gomorra sono un’altra cosa. Splendidi lungometraggi al trancio, consegnati a domicilio: proprio come la pizza.
Non invidio le sale cinematografiche, nei prossimi cinque anni. No davvero.