Corriere della Sera

Tennessee Williams l’insicuro

Escono in America 170 lettere che svelano la poca fiducia in sé stesso

- di Marco Bruna

«Sono stanco di scrivere e la scrittura è stanca di me», «Sono stato uno scrittore per gran parte della mia vita... ma è come se non avessi prodotto niente». Queste confession­i sono solo alcune di quelle raccolte nella corrispond­enza privata che il premio Pulitzer Tennessee Williams (1911-1983), drammaturg­o e sceneggiat­ore americano, ha tenuto per venticinqu­e anni con il suo editore James Laughlin e con l’editor Robert Macgregor, due tra i suoi amici più fidati.

Verranno pubblicate il 13 aprile per W.W. Norton & Co. con il titolo The Luck of Friendship: The Letters of Tennessee Williams and James Laughlin («La fortuna di un’amicizia: le lettere di Tennessee Williams e James Laughlin»). Il carteggio comprende 170 missive inedite scritte tra il 1958 e il 1983, che raccontano il lato più intimo di Williams, quello di un uomo insicuro, tormentato dal dubbio e dalla mancanza di fiducia in sé stesso.

Le lettere sono successive all’onda di grande successo che Williams ebbe come drammaturg­o, autore di capolavori quali Un tram che si chiama Desiderio, del 1947 (portato nel 1951 sul grande schermo da Elia Kazan con Marlon Brando e Vivien Leigh attori protagonis­ti) o La gatta sul tetto che scotta, del 1954 (diventato quattro anni dopo un film per la regia di Richard Brooks, con Liz Taylor e Paul Newman).

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