Il morbillo?
Di solito febbre o tosse Poi macchioline rosse dietro le orecchie , sul viso e sul resto del corpo
Nel 2017 e negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare spesso di morbillo, una malattia esantematica che pensavamo «in via di estinzione» nel nostro Paese. In realtà, in Italia la copertura vaccinale è intorno all’ 85 per cento (bisognerebbe raggiungere il 95 per cento), ha favorito un notevole aumento dei casi: dai circa 800 del 2016 si è passati agli oltre 5 mila del 2017. Il 95 per cento di questi ultimi si è verificato in persone (soprattutto adulti) non vaccinate oppure che avevano ricevuto una sola dose di vaccino.
Che cosa causa il morbillo e perché sono così tanti i nuovi casi?
«Il morbillo è una malattia infettiva di origine virale molto contagiosa. La trasmissione avviene tramite l’inspirazione delle goccioline respiratorie emesse dal malato con la tosse e gli starnuti, oppure toccando oggetti contaminati dalle goccioline volatili. La persona infetta è contagiosa da 4-5 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi fino a circa una settimana dopo la scomparsa della tipica eruzione cutanea. Chi si ammala è in grado di infettare in media altre 15 persone (rispetto alle 2-3 dell’influenza) e questo spiega perché aumentano così tanto i casi se la copertura vaccinale non è sufficiente. Se, al contrario, la copertura raggiungesse la soglia del 95 per cento, la malattia potrebbe essere debellata in modo definitivo. Questo è l’obiettivo dell’organizzazione mondiale della sanità ed è stato raggiunto nel continente americano» spiega Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria all’università degli Studi di Perugia.
Quali sono i sintomi tipici?
«Il morbillo all’inizio si manifesta con tosse, gola infiammata, naso che cola e febbre che tende ad alzarsi con il passare dei giorni. A questi disturbi si può associare la congiuntivite con fastidio alla luce e talvolta le cosiddette macchie di Koplik, puntini bianchi che appaiono all’interno della bocca. Ma ciò che più caratterizza l’infezione è l’eruzione cutanea che insorge qualche giorno dopo l’esordio dei sintomi. Si presenta con macchioline rilevate, prima rosa pallido e poi rosso vivo».
La malattia comporta rischi?
«Non si tratta affatto di una malattia lieve come molti pensano. Il morbillo può, infatti, comportare diverse complicazioni, a volte molto gravi. In 1 caso su 10 si complica con un’otite, mentre circa il 5 per cento dei malati sviluppa la polmonite. In 1 caso su mille si può, invece, verificare un’infezione del cervello, l’encefalite, che può essere fatale o comunque provocare un ritardo mentale. Un’altra temibile complicanza è la panencefalite sclerosante subacuta, una forma di grave encefalopatia che si sviluppa a distanza di alcuni anni dal morbillo, con un’evoluzione in genere fatale entro pochi anni dall’esordio».
Come si può frenare la sua diffusione?
«Occorre vaccinare tutti i bambini (nonché gli adolescenti e gli adulti suscettibili) con due dosi di vaccino, perché così facendo questa malattia infettiva non circolerà più e saremo tutti protetti. La vaccinazione può essere effettuata con un vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia) oppure quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella). Nei bambini la prima dose viene in genere somministrata tra i 12 e i 15 mesi di vita, con un richiamo a 5-6 anni. La vaccinazione è inoltre raccomandata, sempre con due dosi di vaccino, per gli adolescenti e gli adulti che non hanno avuto la malattia da piccoli e non sono stati già vaccinati in precedenza».
Si consiglia il e il ad esempio il paracetamolo per abbassare la febbre
al bisogno,
Le donne che si infettano durante la gravidanza rischiano di abortire e di partorire pretermine
I casi di morbillo registrati in Italia nel 2017, inclusi 4 decessi. Un dato quasi 6 volte superiore all’anno precedente
Si basa sulla
Il vaccino esiste sotto forma di un contro morbillo, parotite e con l’aggiunta dell’anti-varicella
o quadrivalente
Si raccomanda di vaccinare i bimbi con una prima dose, al mese e, con una seconda dose, verso i 5-6 anni
Fino al il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa ha avuto la malattia o è stata vaccinata