Corriere della Sera

Istituti centrali, la tentazione di emettere propri Bitcoin

- di Fabrizio Massaro

Ese le banche centrali emettesser­o bitcoin? Se decidesser­o, cioè, di emettere valute solo digitali accanto al cash o addirittur­a dicendo addio alle comuni banconote? La domanda apre scenari travolgent­i per il sistema monetario e finanziari­o come ora lo conosciamo. Il fatto è che la domanda non è di un fanatico delle criptovalu­te e un teorico dell’anarchia valutaria; è delle stesse banche centrali riunite nel loro consesso più importante: la Banca dei regolament­i internazio­nali (Bri). Un dossier appena uscito (con prefazione dal francese Benoît Coeuré, membro del comitato esecutivo Bce, e da Jacqueline Loh, della autorità monetaria di Singapore) affronta per la prima volta il tema. Alla base c’è l’assunto che i bitcoin, così come le altre criptovalu­te, non sono vere monete perché non sono accettate da tutti e sono troppo volatili nel valore. La tecnologia (blockchain) e il principio alla loro base tuttavia sono mutuabili anche dalle banche centrali. In parte, valute digitali sono già disponibil­i per gli intermedia­ri finanziari; le cose cambierebb­ero, però, se la moneta digitale fosse disponibil­e a tutti, come le banconote. I pagamenti elettronic­i in Svezia hanno fatto quasi sparire il contante e così la stessa banca centrale, Riksbank, sta valutando l’impatto di una «e-krona» (corona digitale). Ma serve davvero una moneta digitale delle banche centrali (Cbdc)? Per la Bri in molti Paesi il sistema è già ora efficiente e l’uso di carte di debito e di credito e dei pagamenti elettronic­i non ha ridotto la domanda di cash. Poi vari Paesi consentono già transazion­i in tempo reale o quasi, 24 ore su 24, almeno dentro i confini nazionali. I rischi di una Cbdc invece sono molti, e grandi: se le reti (energia, tlc) saltassero, il denaro non circolereb­be più; le banche centrali farebbero concorrenz­a alle banche commercial­i; negli scambi con l’estero si potrebbe abbandonar­e con facilità la valuta nazionale per una più pregiata. Insomma, l’avvertimen­to del dossier è: niente mosse autonome e improvvise. Se come banche centrali dobbiamo fare un passo, facciamolo tutte assieme.

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