Haitink rilancia l’orchestra Mozart creata da Abbado
Èpiù viva che mai l’orchestra Mozart. Creata da Abbado nel 2004, assecondò l’ultimo decennio di attività artistica di lui. Ma dopo la scomparsa del fondatore nel gennaio ’14, sembrò a tutti che il concerto bolognese del mese prima, diretto da un Bernard Haitink accorso all’ultimo per sostituire il collega malato, sarebbe stato quello d’addio.scoccò tuttavia in quella mesta circostanza una tale scintilla di reciproca ammirazione tra i musicisti della Mozart e il maestro olandese che, a dispetto di oggettivi problemi finanziari, l’uno e gli altri si sono esibiti ancora a Lugano e Bologna nel gennaio ’17. E mentre già si ipotizza un ulteriore appuntamento per la prossima Pasqua, eccoli di nuovo insieme in questi giorni: il giorno di Pasqua al Lac di Lugano (replica al Manzoni di Bologna il 6), il secondo avrà luogo il 4 a Lugano e si replica a Bologna l’8.
Nel concerto di Pasqua si ascolta dapprima il Concerto n.25 di Mozart, solista il bravo pianista inglese Paul Lewis. È un Mozart lucido come una palla da biliardo che disegna traiettorie implacabilmente esatte. Non effervescente e venato di malinconia, come spesso si ascolta, è un suono che produce punte di vero dolore, proprio perché non lascia margini alla soggettività. La coesione e il gusto infallibile dell’orchestra, davvero magnifica, sono poi lo strumento attraverso il quale Haitink, fresco 89enne, realizza una indimenticabile Nona di Schubert. È La Grande, quella delle «divine lunghezze». La musica qui non diviene, ritorna. Perciò la diversa definizione di ogni blocco tematico e, più ancora, delle transizioni, è così necessaria. E con Haitink è chirurgica. Mai sentiti pianissimi così vivi, mai sentito l’andante così struggente, mai sentito un «passo» così logico e poetico, mai sentito così evidente che senza Schubert, non ci sarebbero Mahler e Bruckner. Trionfo.