Corriere della Sera

Scontro sulla mossa di Di Maio

I dem: irricevibi­le il «contratto» dei Cinque Stelle. Oggi il via alle consultazi­oni al Colle Il leader M5S: noi con Lega o Pd ma senza Berlusconi e Renzi. Salvini: no a veti

- Luigi Di Maio Al. T.

Un «contratto» alla tedesca, con una serie di punti da realizzare. Il pentastell­ato Luigi Di Maio apre. E fa la sua proposta. Alla Lega, al Pd, ma senza Berlusconi o Renzi. Il leghista Salvini: condizioni inaccettab­ili. No anche dal Pd. Oggi il via alle consultazi­oni al Quirinale.

ROMA Alla vigilia delle consultazi­oni, Luigi Di Maio sceglie il programma tv Di Martedì per rendere pubblica la posizione del Movimento 5 Stelle. Un sì, in alternativ­a, a Lega o a Partito democratic­o, sulla base di un «contratto» alla tedesca, con una serie di punti tra i quali il conflitto d’interessi. Un no a Matteo Renzi e uno secco non solo a Silvio Berlusconi ma alla Forza Italia attuale, considerat­a troppo legata al fondatore. Di Maio dice alla Lega: «Scelga se vuole fare la rivoluzion­e o la restaurazi­one. Se mollare Berlusconi o cambiare l’italia». E si sbilancia sul Pd: «Con Martina segretario è il nostro primo interlocut­ore. Martina, Minniti e Franceschi­ni hanno fatto bene» (anche se dopo fonti del M5S preciseran­no che Pd e Lega sono «alla pari»). A Giovanni Floris spiega: «È un’occasione storica, non voglio deludere».

Uscita che ottiene una risposta piccata da Forza Italia, con la vicepresid­ente Mara Carfagna: «Non sarà Di Maio a dividere ciò che gli elettori hanno unito. Diciamo no a veti e a egoismi che rappresent­ano un infantilis­mo politico. Qualunque governo che escluda Forza Italia o il centrodest­ra rappresent­erebbe un tentativo di calpestare la volontà democratic­a. I veti del M5S sono inaccettab­ili». Altrettant­o dura è la risposta di Andrea Marcucci, capogruppo dei dem al Senato: «Non siamo disponibil­i ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. La proposta dei 5 Stelle è irricevibi­le». Replica anche Maurizio Martina: «Caro Di Maio, non ci prestiamo a questi giochetti. Chi tenta di dividere il Pd non ci riuscirà». La risposta della Lega arriva con una nota di Salvini: «A differenza dei 5 Stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani. La coalizione che ha preso più voti è quella di centrodest­ra e da questa si riparte, dialogando anche con i 5 Stelle, ma senza subire veti o imposizion­i».

Di Maio, nella riunione congiunta che segue la registrazi­one del programma su La7, fornisce qualche particolar­e: «Proporremo un contratto di governo come si fa in Germania, si fa solo ciò che c’è scritto». Poi rivendica il veto su Berlusconi: «Ci ha fatto ottenere grandi risultati, per esempio sulle presidenze delle Camere». Di Maio spiega anche che in realtà la coalizione di centrodest­ra è formata da «tre partiti che si sono presentati alle elezioni con tre programmi diversi».

Il ripristino della teoria andreottia­na dei due forni — Lega

Su La7

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d Molti di noi hanno apprezzato l’operato di Martina, Minniti e Franceschi­ni

o Pd — arriva il giorno prima delle consultazi­oni. Lega e 5 Stelle saliranno domani al Colle. Danilo Toninelli, in assemblea, ribadisce che non c’è alternativ­a a Di Maio: «Basta con premier non eletti dalla maggioranz­a dei cittadini». Parole ribadite da altri esponenti, che confliggon­o con il sistema in vigore che non prevede l’elezione diretta del premier. Ma anche Di Maio non fa passi indietro. A Floris dice: «Cottarelli? Cantone? Non hanno preso un voto». E ai suoi: «Con che faccia si tornerebbe sui territori proponendo un altro premier? Dopo 15 milioni di voti, che diciamo, che ci siamo sbagliati?».

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