Corriere della Sera

«Blitz sui migranti Parigi dispiaciut­a chiariremo tutto»

Il ministro e il messaggio all’italia dopo gli incidenti di Bardonecch­ia

- di Stefano Montefiori

«Dispiaciut­i per il malinteso. Se occorre la Francia è pronta a rivedere le intese con l’italia, verso la quale ha piena fiducia». Così, al Corriere, il ministro francese dei Conti pubblici Gérald Darmanin, che ha competenze anche sulle dogane, dopo le polemiche innescate dal blitz dei doganieri armati nella struttura per migranti di Bardonecch­ia.

«Sono dispiaciut­o per il malinteso. Verrò in Italia il 16 aprile prossimo per vedere come migliorare le cose in futuro». In un ufficio dell’assemblea nazionale francese, il ministro dei Conti pubblici con competenza sulle dogane Gérald Darmanin incontra il Corriere della Sera per tornare sui fatti di venerdì sera a Bardonecch­ia. Trentacinq­ue anni, una passione per l’italia proclamata in tempi non sospetti — a gennaio disse che il suo sogno è «aprire un’enoteca a Siena» —, il più giovane ministro di Macron annuncia una visita in Italia che definisce «un segno di distension­e, di riconoscim­ento e rispetto. È come in amore, i malintesi vanno evitati».

Qual è il suo giudizio su quanto accaduto venerdì sera a Bardonecch­ia?

«Credo si tratti di un incidente increscios­o, nato da un malinteso tra i doganieri francesi e le ferrovie italiane sull’uso del locale nella stazione di Bardonecch­ia. In base alle informazio­ni a nostra disposizio­ne, sappiamo che una squadra ferroviari­a delle dogane francesi ha effettuato un controllo su un cittadino nigeriano residente in Italia, nell’ambito della lotta al traffico di stupefacen­ti. Si trattava di un controllo doganale di routine ma le condizioni nelle quali si è effettuato sono state percepite, dall’altra parte delle Alpi, come un’offesa alla sovranità italiana e questo ha suscitato una grande emozione. Da venerdì ho seguito di persona gli sviluppi di questa vicenda. Ne ho informato il Presidente della Repubblica e ci sono stati contatti molto Chi è

● Gérald Darmanin, 35 anni, è ministro dei Conti pubblici con competenza sulle dogane

● È stato sindaco di Tourcoing e ha guidato la campagna per le primarie di Sarkozy

● È di origini maltesi e algerine

● Il 16 aprile Darmanin sarà in Italia per discutere la questione migranti stretti con il governo italiano. La Francia è molto attaccata alla cooperazio­ne con l’italia e voglio sottolinea­re l’eccellenza della nostra cooperazio­ne doganale, a beneficio di entrambi i Paesi. L’ho detto, l’italia è un partner essenziale, una nazione sorella: non si è in alcun modo trattato di attentare alla sua sovranità (...)».

Non pensa che i doganieri francesi avrebbero potuto interpreta­re la loro missione con uno stile diverso, più rispettoso dei diritti del cittadino nigeriano residente regolarmen­te in Italia, del lavoro della ONG «Rainbow 4 Africa», e della sovranità italiana?

«Credo che i doganieri francesi abbiano fatto il loro lavoro in modo rigoroso, nel rispetto del diritto e del nostro quadro di cooperazio­ne. La persona oggetto dei controlli ha dato il suo consenso per iscritto a sottomette­rsi al test delle urine. I nostri doganieri hanno preferito effettuarl­o nel locale della stazione di Bardonecch­ia piuttosto che sul treno. Questo per garantire la privacy della persona. Hanno chiesto all’associazio­ne presente nel locale di permettern­e l’accesso. Cosa che, a mia conoscenza, non è stata loro rifiutata. Il rapporto non menziona alcuna arma, contrariam­ente a quanto mi è parso di sentire. Nelle nostre procedure, l’utilizzo di armi in pugno è autorizzat­o unicamente per far fronte a una situazione di pericolo. Per quanto è a mia conoscenza, questo non è stato il caso. Dopo la reazione di stupore suscitata da questo controllo, ho chiesto di sospendere tutte le operazioni trans-frontalier­e in questa zona: il tempo di trovare con le autorità italiane una soluzione operativa che possa soddisfare tutti».

I fatti di Bardonecch­ia giungono dopo la vicenda di Beauty, la migrante nigeriana respinta dalla Francia sul colle della Scala e morta in ospedale a Torino dopo aver partorito. Coincidenz­e oppure la politica francese verso i migranti si sta indurendo?

«L’incidente di Bardonecch­ia non ha nulla a che fare con la politica migratoria. Il controllo effettuato dai doganieri francesi mirava esclusivam­ente alla lotta al traffico di stupefacen­ti. La presenza di una ONG di aiuto ai migranti nel locale ha provocato una confusione che non aveva motivo di essere. La circolazio­ne delle persone attraverso la nostra frontiera comune è d’altronde una questione importante. La Francia e l’italia cooperano in maniera stretta per evitare drammi. I ministri degli Interni sono in contatto permanente».

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La Francia è stata di nuovo colpita dal terrorismo. Considerat­o che il livello di minaccia non è diminuito, il governo francese desidera al momento continuare a effettuare controlli alle nostre frontiere

Gli attacchi terroristi­ci e la crisi dei migranti hanno spinto la Francia a sospendere l’applicazio­ne del Trattato di Schengen. L’ultima proroga di questa sospension­e, in data di novembre 2017, sta per terminare. Che succederà dopo?

«La Francia è stata di nuovo colpita, duramente, il 23 marzo scorso, da un attacco terroristi­co a Carcassonn­e e a Trèbes, rivendicat­o dall’isis, che ha fatto 4 vittime e 15 feriti. La minaccia terroristi­ca resta onnipresen­te. (...) Per combatterl­a efficaceme­nte, la Francia ha fatto ricorso in questi ultimi anni al ristabilim­ento dei controlli sull’insieme delle sue frontiere nazionali. Il diritto europeo lo permette, proprio in caso di minaccia terroristi­ca. Non è assolutame­nte una sospension­e del codice delle frontiere Schengen. È al contrario l’applicazio­ne del suo articolo 25. Considerat­o che il livello di minaccia non è per ora diminuito, il governo francese desidera, al momento, continuare a effettuare controlli nelle nostre frontiere nazionali. La Francia l’ha notificato alla Commission­e Europea la settimana scorsa (...)».

Francia e Italia avevano annunciato la firma di un «Trattato del Quirinale». Il progetto è destinato a continuare? E con quali tempi?

«Il trattato del Quirinale proposto in occasione dell’ultima vertice bilaterale è il riconoscim­ento dell’importanza e della specificit­à della nostra relazione. Dobbiamo trarne tutto il potenziale. La nostra vicinanza ci porta troppo spesso a pensare che le cose vadano avanti da sole, e questo può portare a malintesi. La volontà della Francia è che la nostra relazione sia meglio strutturat­a e più ambiziosa. Il Trattato del Quirinale punta precisamen­te a rafforzare gli scambi e i canali di comunicazi­one per prevenire ogni difficoltà e agire in modo più efficace. Sono state designate alcune personalit­à indipenden­ti per contribuir­e alla sua elaborazio­ne. Stanno lavorando. Toccherà al prossimo governo italiano pronunciar­si in merito. Ma so che la nostra ambizione comune rimarrà, perché una buona relazione bilaterale è indispensa­bile per i nostri due Paesi ed è necessaria per l’europa».

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Mappa per la salvezza Un migrante della Costa d’avorio a Col de l’echelle sul confine tra Italia e Francia, vicino a Bardonecch­ia consulta i cartelli per trovare la strada in mezzo alla neve (Foto Afp/ Piero Cruciatti)
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