Tagli ai vitalizi, Fico conta su dieci voti
Nell’ufficio di presidenza asse in vista con la Lega. M5S vuole la presidenza della commissione sul Def
Dieci e diciassette. Sono questi i due numeri magici dell’ufficio di presidenza della Camera all’interno del quale — nel caso le consultazioni al Quirinale vadano per le lunghe — M5S e Lega potrebbero sperimentare un patto di governo in provetta sull’abolizione dei vitalizi degli ex parlamentari. Nell’organismo guidato dal presidente Roberto Fico (che per consuetudine non vota) sono presenti altri 6 grillini e 4 leghisti. In totale, dunque, 10 componenti su 17 potrebbero varare il primo colpo ad effetto sui tagli dei costi della politica.
La prossima settimana — quando verrà concesso a Leu di costituire un gruppo autonomo e verrà eletto il 18° componente dell’ufficio di presidenza per rappresentare il Misto — il presidente Fico avrà modo di porre i vitalizi all’ordine del giorno. Per il M5S sarebbe preferibile un iniziativa dei questori ma, oltre al grillino Roberto Fraccaro (questore anziano), devono fare i conti con il veterano Gregorio Fontana (FI) e con l’esperto Edmondo Cirielli (FDI) che certo non tifano per l’asse M5s-lega. A quel punto il taglio, con l’appoggio della Lega, verrebbe proposto da uno dei componenti pentastellati tra i quali c’è l’influente Vincenzo Spadafora.
Il taglio dei vitalizi per 2.600 parlamentari eletti prima del 2012 è più facile a dirsi che a farsi. Gli ex presidenti Laura Boldrini e Pietro Grasso hanno già sforbiciato gli assegni ai condannati e hanno introdotto un contributo di solidarietà temporaneo. Ma davanti al colpo di spugna sui vecchi vitalizi si sono dovuti fermare perché, toccando i diritti acquisiti, il taglio entrerebbe nell’area della possibile incostituzionalità. E oggi che il M5S si trova davanti allo stesso bivio, si fa strada la soluzione del ricalcolo dei vecchi vitalizi (anche questa costituzionalmente acrobatica) con metodo contributivo e non più retributivo. Per Danilo Toninelli, però, «il M5S farà sui vitalizi quello che non è mai stato fatto». «E io come vicepresidente del Senato sarò in prima linea», conferma Paola Taverna.
Il 10 aprile verrà poi insediata la commissione speciale di 40 deputati (il Senato ha già provveduto e i grillini ne richiedono la presidenza per Barbara Lezzi) che lavorerà sul Def (Documento di economia e finanza) e su 19 decreti legislativi varati dal governo Gentiloni, tra i quali quello sull’ordinamento penitenziario indigesto ai Cinque Stelle. Alla capigruppo, il presidente Fico (che poi ne ha parlato con la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati) ha sollecitato l’elezione in seduta comune del giudice costituzionale in sostituzione del professor Frigo e dei due membri laici del Csm cessati (Casellati e Zanettin). Presto, però, i presidenti di Senato e Camera dovranno nominare anche il nuovo presidente dell’antitrust. Che vale forse più di un ministro.