Corriere della Sera

«Siamo noi a non volere il dialogo con i 5 Stelle Sì al confronto con il Pd»

La capogruppo Gelmini: se Salvini rompesse sarebbe un tradimento degli elettori

- di Paola Di Caro

ROMA Non usa mezze misure Mariastell­a Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia: «Per noi è impossibil­e dialogare con il Movimento 5 Stelle. Non sono loro che dicono no a noi, siamo noi ad essere indisponib­ili a fare un governo con loro. Non conoscono l’abc della politica, non hanno rispetto per gli elettori né alcuna cultura istituzion­ale».

Siamo alla rottura con il M5S?

«Ci eravamo illusi che avessero acquisito una certa maturità dopo il percorso fatto assieme al centrodest­ra unito per eleggere in accordo i presidenti delle Camere. E invece con le sue parole Di Maio dimostra che non hanno appreso nemmeno i primi rudimenti dell’ortografia politica. Berlusconi non ha bisogno di legittimaz­ioni: anche questa volta è stato votato da milioni e milioni di cittadini. Quei milioni che loro, senza senso delle istituzion­i, disprezzan­o».

La sua conclusion­e?

«Siamo noi a non voler avere a che fare con chi in modo infantile considera le istituzion­i una giostra su cui fare subito un giretto per paura che poi non ce ne sia più la possibilit­à, visto che il signor Di Maio sembra avere molto chiaro il limite dei due mandati al quale anche lui deve sottomette­rsi».

Il leader del M5S rivendica anche per sé il governo: una richiesta inaccettab­ile?

«Sì, perché se loro sono il primo partito con il 32% noi siamo la prima coalizione con oltre il 37%. E quando dico noi intendo tutto il centrodest­ra unito: perché ci siamo presentati con un programma unitario, e perché nei collegi uninominal­i sono stati eletti parlamenta­ri con i voti di tutta la coalizione. Per questo tocca a noi governare, e a Salvini fare il premier, sulla base del programma che abbiamo presentato e che ha tra i punti principali una stretta sull’immigrazio­ne, misure per l’emergenza sicurezza e per il lavoro ai giovani e a chi lo ha perso, il Mezzogiorn­o e la riduzione delle tasse».

Non temete che Salvini possa essere tentato da un governo con il M5S, anche senza di voi?

«Noi ci fidiamo di Salvini, pensiamo che abbia l’ambizione di fare il premier e non il socio di minoranza di Di Maio, e solo rimanendo a capo di un centrodest­ra unito potrebbe diventarlo. E sono convinta che il centrodest­ra si muoverà unito oggi come unito si è presentato ieri, o sarebbe un tradimento della volontà degli elettori».

Non sarebbe stato più facile presentars­i uniti anche alle consultazi­oni, per parlare con una sola voce?

«Siamo una coalizione, ma ciascuno ha la propria identità, e in una cornice di coesione si presenta con una sua specificit­à».

Cosa andrete a dire al capo dello Stato?

«Che spetta al centrodest­ra l’incarico per formare un governo, e che questa non è stagione per l’avventuris­mo politico: sarebbero inutili nuove

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Ci fidiamo di Matteo pensiamo che abbia l’ambizione di fare il premier e non certo il socio di minoranza di Di Maio Penso che la nostra coalizione si muoverà unita oggi come ha corso ieri d

Al capo dello Stato diremo che l’incarico spetta a noi e che non è stagione da avventuris­ti della politica Nuove elezioni? Oltre a costare 300 milioni avremmo lo stesso esito del 4 marzo

L’ipotesi urne bis «Sarebbe un danno ma non le temiamo Vogliamo un governo ma non a tutti i costi»

elezioni, non solo per il costo di oltre 300 milioni, ma perché avremmo lo stesso esito del 4 marzo. Siamo disponibil­i ad ipotesi di governo che necessitan­o un allargamen­to del consenso, e abbiamo piena fiducia nella capacità e nella saggezza di Mattarella».

Quindi siete aperti anche ad un governo con il Pd?

«Siamo assolutame­nte aperti al confronto — col Pd, col Gruppo Misto — perché guardiamo all’interesse del Paese. La posizione aventinian­a del Pd è una fuga, io invece auspico ci sia una assunzione di responsabi­lità. Ma è chiaro che parlare di governo oggi è del tutto prematuro».

Ma non avete paura che alla fine non si riesca a superare i veti reciproci e si torni alle elezioni?

«Nuove elezioni, lo ribadisco, sarebbero un danno per il Paese, ma non mi sento di escluderle. Una cosa è certa: se si dovesse tornare al voto, noi non avremmo paura. Perché vogliamo un governo, ma non ad ogni costo: siamo indisponib­ili a farlo con chi non ha alcuna cultura delle istituzion­i».

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