Corriere della Sera

«Inaccettab­ile, noi a Palazzo Chigi non l’avremmo fatto»

- Virginia Piccolillo

ROMA «Non ci saremmo mai costituiti parte civile di fronte alla Consulta. E, se ci sarà un governo 5 Stelle, ci tireremo indietro». Da deputato, Matteo Mantero, si è occupato in tutta la scorsa legislatur­a dei temi etici, per il Movimento 5 Stelle. Riconferma­to, al Senato, tornerà ad affrontare quegli argomenti. Come giudica l’iniziativa del governo?

«Inaccettab­ile».

Perché?

«È abbastanza naturale che lo Stato difenda una sua legge. Ma il fatto che debba farlo a prescinder­e no».

Cosa avrebbe dovuto fare?

«Il governo avrebbe dovuto tirarsi indietro. Si deve valutare caso per caso. E questo reato di aiuto al suicidio è una norma del 1930 abbastanza superata dalle sentenze e dai fatti».

Nel frattempo non c’è stato altro.

«È vero che negli anni l’assenza di una presa di posizione della politica ha lasciato un vuoto che è stato riempito dai giudici con le sentenze. Ora però andarsi a mettere di traverso anche alla direzione intrapresa, per la prima volta, dalla politica mi sembra eccessivo».

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È abbastanza naturale che lo Stato difenda una sua legge. Ma non che debba farlo a prescinder­e. Si deve valutare caso per caso

Quale direzione?

«La legge sul biotestame­nto. È stata l’unica volta, nella scorsa legislatur­a, che ho visto il Parlamento fare il suo mestiere. E spero che, a prescinder­e da quale sia il prossimo governo, si apra una riflession­e sull’eutanasia».

Voi siete tutti d’accordo?

«La nostra proposta a riguardo, sul Blog di Beppe Grillo, ebbe una percentual­e di consensi superiore al 90%. Anche se i votanti erano stati poco più di 20 mila. La presentamm­o come emendament­o alla legge sul biotestame­nto».

Andava oltre la possibilit­à di assistere chi, come il Dj Fabo, sceglie di morire.

«Un po’ sì. Non si prevedeva solo il suicidio assistito. Ma, in condizioni irreversib­ili, e quando la sofferenza del malato non può essere affrontata diversamen­te, anche l’eutanasia. Fatta salva l’obiezione di coscienza».

Ovvero?

«Visto che in questo caso quella del medico è un’azione attiva, deve essere permesso a chi è contrario o non se la sente di sottrarsi. Ma la struttura sanitaria (pubblica o convenzion­ata) deve mettere a disposizio­ne del malato questa possibilit­à».

L’emendament­o venne bocciato.

«Lo sapevamo. E condivido che la discussion­e non sia limitata al semplice “sì” o “no”. Ma alla legge sul biotestame­nto manca ancora un pezzo. E queste famiglie non hanno ancora una risposta».

L’ha ripresenta­ta?

«Aspetto di confrontar­mi. È una norma di una tale importanza etica che richiede un consenso il più ampio possibile e il governo dovrebbe tenersene alla larga. Potrebbe essere uno di quei temi su cui trovare maggioranz­e trasversal­i su cose concrete».

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Chi è ● Matteo Mantero, 43 anni, ligure, è stato eletto senatore con il Movimento 5 stelle

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