«Inaccettabile, noi a Palazzo Chigi non l’avremmo fatto»
ROMA «Non ci saremmo mai costituiti parte civile di fronte alla Consulta. E, se ci sarà un governo 5 Stelle, ci tireremo indietro». Da deputato, Matteo Mantero, si è occupato in tutta la scorsa legislatura dei temi etici, per il Movimento 5 Stelle. Riconfermato, al Senato, tornerà ad affrontare quegli argomenti. Come giudica l’iniziativa del governo?
«Inaccettabile».
Perché?
«È abbastanza naturale che lo Stato difenda una sua legge. Ma il fatto che debba farlo a prescindere no».
Cosa avrebbe dovuto fare?
«Il governo avrebbe dovuto tirarsi indietro. Si deve valutare caso per caso. E questo reato di aiuto al suicidio è una norma del 1930 abbastanza superata dalle sentenze e dai fatti».
Nel frattempo non c’è stato altro.
«È vero che negli anni l’assenza di una presa di posizione della politica ha lasciato un vuoto che è stato riempito dai giudici con le sentenze. Ora però andarsi a mettere di traverso anche alla direzione intrapresa, per la prima volta, dalla politica mi sembra eccessivo».
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È abbastanza naturale che lo Stato difenda una sua legge. Ma non che debba farlo a prescindere. Si deve valutare caso per caso
Quale direzione?
«La legge sul biotestamento. È stata l’unica volta, nella scorsa legislatura, che ho visto il Parlamento fare il suo mestiere. E spero che, a prescindere da quale sia il prossimo governo, si apra una riflessione sull’eutanasia».
Voi siete tutti d’accordo?
«La nostra proposta a riguardo, sul Blog di Beppe Grillo, ebbe una percentuale di consensi superiore al 90%. Anche se i votanti erano stati poco più di 20 mila. La presentammo come emendamento alla legge sul biotestamento».
Andava oltre la possibilità di assistere chi, come il Dj Fabo, sceglie di morire.
«Un po’ sì. Non si prevedeva solo il suicidio assistito. Ma, in condizioni irreversibili, e quando la sofferenza del malato non può essere affrontata diversamente, anche l’eutanasia. Fatta salva l’obiezione di coscienza».
Ovvero?
«Visto che in questo caso quella del medico è un’azione attiva, deve essere permesso a chi è contrario o non se la sente di sottrarsi. Ma la struttura sanitaria (pubblica o convenzionata) deve mettere a disposizione del malato questa possibilità».
L’emendamento venne bocciato.
«Lo sapevamo. E condivido che la discussione non sia limitata al semplice “sì” o “no”. Ma alla legge sul biotestamento manca ancora un pezzo. E queste famiglie non hanno ancora una risposta».
L’ha ripresentata?
«Aspetto di confrontarmi. È una norma di una tale importanza etica che richiede un consenso il più ampio possibile e il governo dovrebbe tenersene alla larga. Potrebbe essere uno di quei temi su cui trovare maggioranze trasversali su cose concrete».