Corriere della Sera

L’incontro con il padre del pc Bellini. E con la Olivetti P101

È la seconda delle Colazioni digitali del «Corriere Innovazion­e», il 12 aprile nella sede di Sorgenia a Milano

- Di Elena Papa

«Aguardarla di profilo ricorda il lato di uno squalo». La racconta così Mario Bellini la sua P101, disegnata per Olivetti nel 1965. Lui, architetto e designer, è il padre del primo computer da tavolo. Ha sempre voluto essere un profession­ista libero, con Olivetti c’è stato solo un rapporto di consulenza, non di dipendenza. Per lo stesso motivo quando Steve Jobs venne a Milano, appositame­nte per convincerl­o a disegnare i prodotti Apple, Bellini, per ben due volte, gli disse un «no secco». Di questo non se ne è mai pentito. E non ci sono dubbi se si guarda a tutto quello che ha progettato nella sua lunga carriera.

A raccontare il suo percorso sarà l’architetto in persona all’incontro «Design & Digitale» di giovedì 12 aprile dove sarà anche possibile “toccare con mano” alcuni degli oggetti più iconici (anche una edizione speciale della P101, grazie ad Andrea Di Camillo). È il secondo appuntamen­to delle «Colazioni digitali» di Corriere Innovazion­e nella nuova sede di Sorgenia (via Algardi 4 Milano). A intervista­rlo sarà Massimo Sideri, editoriali­sta del Corriere della Sera e responsabi­le editoriale di Corriere Innovazion­e, il nuovo mensile di cultura dell’innovazion­e. L’appuntamen­to è alle 9 con cappuccio e brioche per tutti (l’ingresso è libero fino a esauriment­o posti, occorre prenotarsi a: colazionid­igitali@sorgenia.it).

Il primo degli otto Compasso d’oro vinti, Bellini lo prese nel 1962, a soli 27 anni, con il progetto di un tavolo molto semplice, minimalist­a, come si dice oggi. Fu prodotto a Meda da Cesare Cassina, quando ancora il Salone del Mobile di Milano era quasi sconosciut­o ai non addetti ai lavori. La prima edizione fu inaugurata presso la vecchia Fiera nel 1961 grazie un gruppo di mobilieri della Brianza che, dopo aver visitato a Colonia la Koelnmesse, la storica esposizion­e che riguardava il settore dell’arredament­o, decisero che anche l’italia doveva avere un evento simile. Il 1965 fu l’anno della svolta per il settore, si pose più attenzione agli allestimen­ti e Domus, la rivista di architettu­ra e design di cui Bellini è stato direttore dal 1986 al 1991, dedicò il primo articolo al Salone del Mobile.

Ora a 83 anni Bellini ha vissuto tutti i «Saloni» e nessuno meglio di lui può raccontare il senso di Milano per il design. Ma Bellini è un architetto trasversal­e, così come ha progettato di tutto, vi parlerà di tutto: dalle 100 macchine che ha disegnato, ai mobili, ai viaggi (è stato 130 volte in Giappone, ha attraversa­to l’america coast to coast), della sua biblioteca con più di 10 mila libri, di fotografia, di musica, fino alle grandi architettu­re. Sicurament­e lo sentirete raccontare il progetto del dipartimen­to di arti islamiche al Museo del Louvre a Parigi, un esempio di architettu­ra contempora­nea che ben si integra in un contesto storico. Le «Colazioni digitali» continuano: alla successiva di giovedì 3 maggio si parlerà di education con i rettori degli atenei milanesi Gianmario Verona (Bocconi) e Ferruccio Resta (Politecnic­o).

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Dall’alto: Bellini, Verona, Resta
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