Bob Dylan, primo tour italiano dopo il premio Nobel
ROMA Essere Bob Dylan vuol dire aver vissuto cento vite in una sola. Ieri sera a Roma ha aperto una nuova parentesi del Never Ending Tour, partito esattamente trent’anni fa. Il re dei cantautori non suonava in Italia dal 2015, ci ritorna dopo aver pubblicato tre nuovi album (Fallen Angels, Triplicate e Trouble No More) e soprattutto dopo aver ottenuto il Nobel per la Letteratura nel 2016.
Biglietti esauriti al Parco della Musica per tutte e tre le date in programma (si replica stasera e domani), 2.800 persone per ogni concerto. Vietato fare foto e riprese, pena l’allontanamento dalla sala. In platea c’era chi Dylan lo segue dagli esordi e chi ha appena imparato a conoscerlo. Ma non è soltanto una questione d’età. La differenza è nell’abbigliamento, nei modi e nelle mode, nell’estrazione sociale.
Dei riflettori in semicerchio incorniciano il palco. Quando arriva Dylan, il pubblico in piedi lo saluta con un lungo applauso. Lui, impenetrabile, davanti al pianoforte attacca Things Have Changed e, subito dopo, intona i pezzi che hanno segnato il suo passato: Don’t Think Twice, It’s All Right, Highway 61 Revisited e Simple Twist of Fate. Inizia a pescare dal suo sterminato e maestoso repertorio che, negli ultimi anni, ha «saccheggiato» anche il Great American Songbook, con l’omaggio a Frank Sinatra trasformando il menestrello di Duluth in un crooner di tutto rispetto.
A 76 anni (ne compirà 77 il 24 maggio) Dylan ha messo da parte la passione di quando era l’icona dei diritti civili e voce della protesta giovanile con il folk indomito e battagliero. Sua maestà Bob si è trasformato nel grande saggio del rock. È un uomo di poche parole, gli basta uno sguardo per guidare la band attraverso i tortuosi percorsi della sua musica che si nutre di poesia, struggenti ballate e storie sulle profonde ferite di un individuo, metafora di un intero Paese. Continua a distorcere i classici della sua carriera, ma ormai non è più una novità.
Anzi, il pubblico si diverte a indovinare quale canzone famosa si nasconda dietro a una melodia sconosciuta. E quando riesce a svelare il piccolo mistero che ogni brano porta con sé parte forte l’applauso.