È tutto un azzardo: quando le parole diventano commedia
Ogni parola, detta o scritta, è una piccola commedia. Lunedì sera, mentre stavo dando un’occhiata a una partita di serie B, è apparso un angoscioso spot: «Io sono membro del più grande gruppo di scommesse sportive online al mondo… Io sono membro…». Era Claudio Amendola, testimonial di una società che reclamizza il gioco d’azzardo.è tutto un azzardo.
Dopo aver letto il mio «Padiglione» della domenica, Amendola ha scritto una lunga lettera al Corriere spiegando di essersi sbagliato a definire «Salvini è il miglior politico degli ultimi venti anni… Avrei dovuto dire degli ultimi trenta». Il merito di Salvini? Aver saputo trasformare un partito regionale in un grande partito nazionale. Bene.
Per la stessa ragione, anche Trump è il miglior politico? Le parole sono commedia: io non discutevo le idee politiche di Salvini o di Amendola, cercavo solo di mettere in luce un’incongruenza. Tre anni fa, il «comunista» Amendola aveva apostrofato pesantemente Salvini, definendolo «razzista», che non è un’accusa da poco. In soli tre anni, da «razzista» a «miglior politico degli ultimi trent’anni», il salto mortale è triplo, con avvitamento carpiato. Naturalmente c’è anche la nota personale: per aver criticato le sue prestazioni a programmi come «Scherzi a parte» o al «Grande Fratello» nutrirei disprezzo nei confronti di Amendola (questo è il guaio dei troppi programmi tv che vivono sulle promozioni e trattano sempre gli ospiti come fossero dei geni). E poi ci sono i missionari, come Luca Telese, che cavalcano le polemiche pensando di convertire le parole altrui al loro credo. Un’occasione in più per rimpiangere su Radio 24 la rassegna stampa di Alessandro Milan e di non poter più godere dell’intelligenza di Oscar Giannino, continuamente interrotto dall’incontinenza verbale di Telese. «Io sono membro del più grande gruppo di scommesse sportive online al mondo… Io sono membro…». Paura!