Tulipanico
Sentite che cosa hanno combinato gli Altri. Sulla Giustiniana, alla periferia nord di Roma, c’era questo parco floreale a tema, il Tulipark, costato nove mesi di lavoro. Un’esplosione di trecentomila tulipani disposti in cinquanta file come nemmeno a Amsterdam. Lo avevano inaugurato prima di Pasqua con lo slogan «emozioni da cogliere». Poi sono arrivati gli Altri, a orde. E hanno colto di tutto, non solo le emozioni. Nell’ansia di accaparrarsi i bulbi, hanno gettato i fiori che venivano via senza, mentre i bambini (i bambini degli Altri) calpestavano i gambi che osavano opporsi alla vitalità delle loro suole. L’improvvido biglietto d’ingresso dava diritto a prelevare due tulipani e gli Altri lo hanno preso fin troppo in parola. Hanno disfatto una meraviglia di tutti per ricrearne una da gustare nella solitudine del proprio balconcino o terrazzino abusivino (quello degli Altri: il nostro è perfettamente in regola). Due giorni dopo l’apertura, la distesa di fiori si era già riempita di chiazze come una nuca visitata dall’alopecia. Il bilancio è stato di settemila tulipani uccisi o dispersi per colpa degli Altri.
Chi sono gli Altri? Ma che domande: sono sempre loro. Quelli che votano i ladri, che buttano la carta per terra «perché io pago le tasse», che non pagano le tasse, che abbandonano la macchina in terza fila per ore e si arrabbiano se glielo fai notare. Sono i vicini incivili, i parenti invadenti, i turisti arroganti. Gli Altri sono tutti tranne Noi.