Salva banche, il deficit sale fino al 2,3% La Commissione sui conti al M5S
L’effetto dei 6,3 miliardi di aiuti per le due venete e Mps. La presidenza a Crimi
Il deficit e il debito pubblico del 2017 vengono rivisti al rialzo dopo la decisione di Eurostat di contabilizzare in modo diverso la spesa per il salvataggio delle banche. L’istat ha ricalcolato il disavanzo, portandolo da 33,3 a 39,6 miliardi di euro, e il debito, che sale di quasi altrettanto, ma all’economia dove il ministro Pier Carlo Padoan sta mettendo a punto il rapporto di fine mandato, un «testamento» per il suo successore, non c’è preoccupazione.
Con la revisione, il rapporto tra il debito e il Pil del 2017 peggiora, dal 131,5 al 131,8%, ma conferma l’attesa inversione di rotta, restando sempre sotto il livello del 2016 (132%). Il disavanzo, invece, peggiora di quasi mezzo punto, passando dall’1,9 al 2,3% del Pil. Anche per questo dato al Tesoro, benché non abbiano accolto la notizia della riclassificazione con entusiasmo, non ci sono grandi timori.
La stessa Commissione Ue, dopo aver «preso atto» ieri dell’impatto sul bilancio dei salvataggi bancari, ha fatto sapere che «valuterà la situazione di bilancio dell’italia a maggio», confermando che la spesa per le banche non avrà grande impatto sui giudizi. Si tratta di un’uscita una tantum e non viene considerata nel disavanzo strutturale e nel parametro di riferimento della spesa, che vengono monitorati per evitare deficit eccessivi.
A causare l’aumento del deficit è stata la contabilizzazione tra le spese di 4,7 miliardi per il salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca, ma anche la revisione da 1,1 a 1,6 miliardi della spesa sostenuta per l’intervento su Montepaschi. A incidere sul debito, invece, sono le sole operazioni sulle banche venete, che furono conteggiate solo in parte.
Il fatto che colpiscano il bilancio solo nel 2017 non esclude a priori il rischio che la Ue possa chiedere una manovra correttiva, ma il quadro sarà più chiaro solo dopo la presentazione del Def, il Documento di economia e finanza, con l’aggiornamento del quadro dei conti pubblici e della congiuntura.
Al Tesoro c’è fiducia sulla tenuta dei conti, che prima di Eurostat viaggiavano su un tendenziale migliore del previsto. Il miglioramento strutturale del bilancio, peraltro, sarà uno degli elementi forti del documento che il Tesoro sta mettendo a punto per la «successione». Padoan prepara
un documento più snello di quello, analogo, in lavorazione a Palazzo Chigi, rivendicando le riforme che hanno ridato slancio all’economia, e che consegnano alla nuova legislatura un bilancio in condizioni migliori di quelle di partenza. Intanto si attende la conclusione del primo giro di consultazioni per la formazione del governo. Se ci fossero speranze di averne uno a breve, Padoan lascerebbe al suo successore anche il compito di redigere il Def. In caso contrario il governo uscente si limiterebbe a un Def asciutto, con i nuovi tendenziali, ma senza opzioni politiche per il futuro. Al Senato, intanto, Vito Crimi (M5S) assume la guida della Commissione speciale che dovrà esaminare il Def. Il Pd, deluso, aspira almeno alla guida di quella della Camera, ma Lega e M5S non paiono al momento disponibili.
Documento di economia e finanza
Se si formasse un governo a breve, Padoan non si occuperebbe del Def