«I populisti alleati instabili»
Il filosofo de Benoist: M5S sociale, Lega liberale. Sono diversi
«Un patto Lega e M5S sarebbe solo provvisorio. Sono diversi, gli uni liberali, gli altri sociali. In Italia prevedo cattive soluzioni». Così, al Corriere, il filosofo francese de Benoist. a pagina 4
PARIGI «La fine del paradigma destra-sinistra è legata alla crisi della democrazia liberale e dei vecchi partiti di governo, e all’avanzata dei movimenti populisti in tutta l’europa. In Italia il Movimento Cinque Stelle è forse quello che corrisponde meglio alla definizione di movimento populista, con tutte le sue ambiguità».
Il 74enne intellettuale francese Alain de Benoist anticipa al Corriere i temi del dibattito di oggi alla Fondazione Feltrinelli di Milano. Un incontro che avrebbe dovuto svolgersi in febbraio e venne annullato per le proteste di un gruppo di studiosi militanti contro l’estrema destra. Anche in Italia la divisione destra-sinistra è superata?
«Mi pare di sì, come ovunque in Europa. All’ultima elezione presidenziale francese Emmanuel Macron e Marine Le Pen avevano un punto in comune: entrambi non si collocavano nella divisione tradizionale destra-sinistra. Anche in Italia sta crollando la vecchia classe politica e avanzano movimenti atipici, dalla Lega che nata al Nord discende verso Sud al M5S che è forte al Sud ma si estende anche al Nord. Molto interessante».
È giusto mettere anche il «rottamatore» Matteo Renzi nella categoria «vecchia classe politica»?
«È vero che a sua volta Renzi prometteva rinnovamento, ma Renzi non aveva le qualità di Macron, anche se qualche volta i due sono stati paragonati. Ed erano già all’opera forze importanti come quella dei Cinque Stelle. In Francia, Macron è un contro-populista, cioè cerca di realizzare in alto, tra la classe dirigente, la stessa osmosi, la stessa coagulazione destra-sinistra che i populisti cercano di fare a livello della base». Che cosa pensa di un possibile patto M5s-lega ?
«La situazione è bloccata, bisognerà trovare una soluzione. Ma esistono solo cattive soluzioni, cioè coalizioni tra forze disposte magari anche a governare insieme, ma non per fare le stesse cose. Nell’ipotesi Cinque Stelle più Lega c’è una potenziale instabilità anche se sono entrambe forze antisistema». Come mai?
«Gli uni sono più sociali, gli altri più liberali, quindi penso che sarebbe un’alleanza provvisoria. Se anche avrà luogo non sarà eterna, questo è chiaro».
E il Pd sembra non essere disposto a entrare in una coalizione con i Cinque Stelle. «Perché esiste lo stesso problema, il Pd è istituzionale, i Cinque Stelle no, e anzi hanno vinto le elezioni proprio criticando i partiti istituzionali. Alleandosi con il Pd si metterebbero in una posizione molto difficile».
Ci sono caratteristiche ricorrenti nel populismo europeo?
«Non esiste una ideologia populista. Il che spiega l’apparizione di fenomeni così diversi come i Cinque Stelle in Italia, Podemos in Spagna, i populisti del Nord dell’europa, Syriza in Grecia. Ma esiste uno stile populista. Il clivage destra-sinistra è orizzontale, mentre con il populismo diventa verticale, classi popolari contro élite».
Più altre opposizioni: società aperta contro società chiusa, europeisti contro euroscettici. Lo dicono sia Le Pen sia Macron.
«È così. Ci troviamo in un periodo di transizione, non do giudizi nel bene o nel male. Quel che rimprovero a chi fa un uso polemico della categoria del “populismo” è questo: si può anche essere ostili al populismo, ma bisogna studiarne le cause».
Quanto contano le questioni identitarie, legate all’immigrazione?
«Sono importanti perché siamo in presenza di tutti gli ingredienti per una miscela esplosiva: l’arrivo di migranti in Paesi in crisi economica, l’integrazione che non funziona più, anche perché non è ben chiaro a che cosa ci si debba integrare: a un Paese, una nazione, una società, un mercato? E poi l’avanzata dell’islamismo radicale. Movimenti populisti ci sono sempre stati, solo adesso il contesto è favorevole alla loro affermazione».
All’epoca della sua «Nuova destra» aveva osservato segni premonitori?
«Intanto vorrei dire che l’etichetta Nouvelle Droite è stata creata molto tempo fa dai media francesi ma non mi ci sono mai riconosciuto. È un’etichetta politica mentre io sono un intellettuale, e non mi riconosco particolarmente nella destra. Detto questo, il carattere obsoleto della dicotomia destra-sinistra mi è apparso molto presto».
Destra-sinistra
«La divisione destrasinistra è superata anche in Italia: arrivano movimenti atipici»