Corriere della Sera

Scopelliti si costituisc­e La figlia: non ci arrendiamo

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L’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, si è costituito ieri nel carcere reggino di Arghillà per scontare la condanna a 4 anni e 7 mesi inflittagl­i due giorni fa dalla Cassazione. Condanna riferita a irregolari­tà nei bilanci del Comune di Reggio Calabria riscontrat­e tra il 2008 ed il 2010. Sono stati i suoi legali a informarlo che la Cassazione aveva confermato la condanna per falso, ridotta rispetto ai 5 anni dell’appello (prescritta invece quella di abuso d’ufficio). In soccorso (morale) del padre, è arrivato il messaggio su Facebook della figlia Greta: «Noi non ci arrenderem­o, combattere­mo per dimostrare la tua innocenza. Sei una persona perbene».

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serà dall’1,9% del 2014 al 3,2% nel 2060. Costi pesanti, per quanto insufficie­nti, per l’assistenza diretta e l’assegno di accompagna­mento. Aggravati da quelli per i permessi retribuiti previsti dalla «Legge 5 febbraio 1992, n.104». Legge, meglio ripeterlo, sacrosanta. Ma che proprio per questo non può essere occasione per abusi. Dal 2012 al 2016, per dire, i «fruitori per familiari» della 104 sono passati tra i dipendenti privati da 279.242 a 363.430. Un aumento del 30%. In cinque anni. Giusto? Boh…

A fine 2015, dice il rapporto Inps, i beneficiar­i «con almeno un permesso» di tutti quelli retribuiti con la legge 104 e il successivo decreto legislativ­o 151/01 («prevede la possibilit­à per genitori o, in loro assenza, per fratelli e sorelle di genitori di persone con handicap gravi di usufruire di due anni di congedo retribuito» esteso poi «in casi particolar­i anche ai parenti e affini fino al terzo grado) sono stati circa 450 mila. Con un costo di circa 1,3 miliardi di euro.

I numeri nel Pubblico

E tra i dipendenti pubblici? Pare impossibil­e: l’inps non lo sa. I numeri, gestiti direttamen­te dallo Stato e dalle varie amministra­zioni pubbliche, sfuggono al controllo dell’istituto presieduto da Tito Boeri. Costretto a ricorrere a valutazion­i che, per quanto affidate a centri studi di spicco, troppo «scientific­he» non sono. Su 3.305.313 dipendenti «si può stimare che i permessi retribuiti per assistere le persone in disabilità grave siano fruiti da circa 440 mila soggetti». Risultato: «Stimiamo che il numero medio procapite annuo di giorni di permesso (...) fruiti nel settore pubblico sia quattro volte superiore a quello fruito nel settore privato: fino a 6 giorni nel pubblico contro 1,5 nel privato». Con «un costo ombra stimabile in oltre un miliardo di euro ai quali si aggiungono altri 600 milioni circa» coi congedi «straordina­ri usufruiti sulla base del D.lgs 151/2001». Totale: oltre tre miliardi. Destinati a crescere.

«Troppi? Se dovesse farsi carico di tutta l’assistenza ai disabili, senza la nostra supplenza, lo Stato dovrebbe spendere di più», dicono i familiari, le associazio­ni, le Ong. Vero. A maggior ragione, come dicevamo, vanno puniti i furbi. Come la docente siciliana in permesso beccata a una gara di tango ad Amsterdam e assolta «perché il pm

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Giuseppe Scopelliti

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