Corriere della Sera

Da Prato a Torino i bimbi non vaccinati respinti dagli asili

In Piemonte un sindaco mobilita i vigili Puglia, le famiglie no vax ritirano i figli

- di Margherita De Bac

Comincia ad avere ripercussi­oni concrete la legge sul l’obbligo di vaccinazio­ne. Dopo le vacanze pasquali, i bambini risultati inadempien­ti alla data del 10 marzo, non sono stati ammessi ad asilo nido e scuola materna. È successo a Prato, con otto alunni per la maggior parte stranieri, e a Perugia dove i genitori hanno chiesto alle autorità regionali di poter almeno far terminare l’anno scolastico. Ieri un altro episodio nel Torinese: i genitori che hanno accompagna­to la loro piccola hanno trovato ad attenderli i vigili allertati dal sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno. Il papà, un medico attivista no vax, il 21 marzo aveva ricevuto la lettera dove si informava che la bimba non sarebbe stata accolta in aula.

È molto probabile che ci siano altri casi. In Puglia «ci sono stati riferiti episodi sporadici di ritiro spontaneo del bambino. Ormai l’anno volge al termine, non ci sono state polemiche», racconta Michele Conversano, direttore della prevenzion­e alla Asl di Taranto. Resta un problema la Provincia autonoma di Bolzano, storicamen­te refrattari­a alle profilassi specie nelle zone rurali di lingua tedesca. È verosimile che diversi bimbi siano rimasti in classe, nonostante il mancato rispetto della legge.

Walter Ricciardi, presidente dell’istituto superiore di sanità, ha letto i dati preliminar­i della Asl di Bolzano: «La soglia di copertura è salita dal 50 al 65 per cento. Un migliorame­nto c’è, ma insufficie­nte». Basti pensare che la soglia considerat­a di sicurezza per proteggere anche i non vaccinati è il 95 per cento.

Nel Lazio nella fascia 0-2 anni, solo 33 bambini su circa 45 mila risultano dichiarata­mente inadempien­ti, secondo Alessio D’amato, nuovo assessore alla Sanità nella giunta Zingaretti. A Napoli il sindaco de Magistris ha chiesto al ministero di poter trattenere a scuola anche gli irregolari. Si tratta in generale di situazioni poco definite. In un’altra regione «sotto osservazio­ne», l’emilia Romagna, l’assessore alla Sanità Sergio Venturi spiega: «La legge parla chiaro, non si transige. Ma noi per una questione di buon senso abbiamo dato appuntamen­ti per la vaccinazio­ne anche a fine maggio, in modo da dare tutto il tempo per la regolarizz­azione e per non danneggiar­e i genitori».

Un parziale bilancio del primo anno di applicazio­ne della legge sull’obbligator­ietà di 10 vaccini per l’iscrizione a scuola sembra positivo sebbene i dati siano ancora da elaborare. I no vax si sono rivelati una sparuta minoranza: la maggior parte degli under 16 che risultavan­o non a posto sul piano dell’immunizzaz­ione lo erano per trascurate­zza, dimentican­za, sottovalut­azione dell’importanza di un atto sanitario che salva la vita.

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