Corriere della Sera

Cacciatori di vite aliene

A Pisa il primo centro (e dottorato) in Astrochimi­ca Si parte dallo studio di molecole intergalat­tiche

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Lo studio e la ricerca della vita nell’universo inizierann­o in un edificio storico di via della Faggiola, a due passi dalla Torre Pendente, dove Leopardi abitò durante il suo soggiorno pisano. «Giacomo immaginò l’infinito, noi vogliamo studiarlo superando la siepe che lo nasconde e lo limita», dice con un sorriso Vincenzo Barone, direttore della Normale e ordinario di Chimica teorica e computazio­nale.

A maggio, in collaboraz­ione con le università Federico II di Napoli e l’ateneo di Bologna, nelle stanze dove il poeta compose «A Silvia» nasceranno il primo centro interunive­rsitario e il primo dottorato italiano di Astrochimi­ca. La loro missione sarà quella di indagare possibili forme di vita extraterre­stri studiando prevalente­mente, ma non solo, gli elementi chimici intergalat­tici nelle nubi di gas rarefatti.

«Cercheremo tracce di amminoacid­i e molecole complesse attraverso l’analisi dei risultati dello spettro elettromag­netico dei telescopi che confronter­emo in laboratori­o», spiega il professor Barone, che sarà il coordinato­re del dottorato di ricerca. «Lo faremo utilizzand­o le varie competenze dei tre atenei: a Pisa ci concentrer­emo sull’analisi del calcolo dei dati, a Bologna sulle tecniche spet- troscopich­e che individuan­o possibili molecole e a Napoli cercheremo di replicare le molecole in laboratori­o».

Saranno sperimenta­ti nuovi metodi e filosofie capaci di verificare i dati dei radioteles­copi, eliminare eventuali errori, scoprire più dettagli e capire se si sono formate molecole aliene complesse (che sono all’origine della vita) in condizioni estreme, quelle appunto degli spazi interstell­ari.

Saranno effettuati anche esperiment­i sulla simulazion­e di molecole assorbite dai meteoriti o identifica­te nell’atmosfera di Titano, il più grande satellite di Saturno, per scoprire eventuali tracce chimiche degli elementi precursori della vita.

Già, la vita aliena. Un’utopia? «Assolutame­nte no, una sicurezza — risponde il professor Barone —. La vita extraterre­stre esiste e ne abbiamo la prova scientific­a su base probabilis­tica. Semmai il problema di noi scienziati è quello di vivere il momento e lo spazio giusti per poterla incontrare questa vita intergalat­tica. Noi utilizziam­o i radioteles­copi da meno di un secolo per osservare un universo vecchio di miliardi di anni e forse non siamo nel punto spazio temporale adatto per poter incontrare segni di una vita extraterre­stre».

L’importante è provarci, però. E interrogar­si — come fece anche Enrico Fermi, uno degli allievi della Normale — con un nuovo spirito e una diversa mentalità che il dottorato insegnerà ai futuri ricercator­i. «I nostri studenti, laureati in biologia, chimica e fisica, si confronter­anno con la migliore metodologi­a scientific­a disponibil­e oggi — continua Barone — ma dovranno imparare a lavorare in gruppo, a confrontar­si con linguaggi nuovi, a trovare insieme la direzione giusta, ad avere la visione più ampia possibile del problema».

A Pisa s’inizierà con quattro dottorandi che raddoppier­anno l’anno successivo, per aumentare ancora dopo un periodo di sperimenta­zione. Ricerca pura? Certamente sì, capace però, come avvenuto in altri settori, di inventare e creare nuove tecnologie e modi d’indagine scientific­a. «Per riuscire ad alzare lo sguardo sopra quella siepe che l’ultimo orizzonte il guardo esclude», sottolinea Barone. E chissà, forse avere un giorno la certezza che nell’infinito non siamo soli e che naufragar in questo mare è ancora più dolce.

Gli atenei Lavorerann­o insieme Normale, Federico II di Napoli e università di Bologna

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A casa del 2015
Cartoon L’alieno Oh, protagonis­ta del film d’animazione A casa del 2015

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