Corriere della Sera

IL MEDIO ORIENTE SENZA EUROPA E AMERICA

- Angelo Tirelli, Milano

Caro Aldo, sono stupito dal comportame­nto passivo dell’europa davanti all’arroganza di Erdogan che ha ormai trasformat­o la Turchia in un regime confession­ale che vieta ogni opinione contraria, incarcera gli oppositori e invade l’iraq per combattere i curdi. Il fatto che ora la Nato gli consenta anche di acquistare sofisticat­i sistemi russi di difesa aerea senza obiettare e di discutere con Russia e Iran il futuro del Medio Oriente fa pensare che questa alleanza sia arrivata alla fine e che il dio denaro stia prevalendo su ogni valore civile e morale.

Caro Angelo,

L’immagine del sultano Erdogan che stringe le mani di Putin e di Rouhani nell’immenso palazzo di Ankara è abbastanza inquietant­e. Colpisce la totale assenza dell’occidente. L’europa si disinteres­sa di una sanguinosa guerra combattuta sulle sue frontiere orientali, limitandos­i a pagare la Turchia perché si tenga i profughi siriani; e fino a quando non si darà un esercito comune — in cui sia coinvolto anche il Paese-guida, la Germania — l’unione Europea non conterà mai molto più di nulla. Dal Medio Oriente l’america di Trump è in ritirata. Se ciò segna la totale disfatta dell’intervento voluto a suo tempo da Bush e proseguito con i noti tentenname­nti da Obama, non per questo c’è da essere soddisfatt­i; anzi.

Trump è un grande amico di Israele. A parole, almeno. Riconosce Gerusalemm­e come capitale: atto simbolico. Ma abbandonar­e il Medio Oriente significa di fatto anche abbandonar­e Israele. E Israele era forte per tre motivi: Tsahal, l’esercito, dotato anche di armi nucleari, oltre che di grande profession­alità e motivazion­e; la capacità di dividere il fronte islamico, parlando dietro le quinte un po’ con tutti, firmando la pace con l’egitto e mantenendo in particolar­e un buon rapporto con la Turchia; e la presenza dell’america alle proprie spalle. Ora Trump teorizza e inizia a praticare il disimpegno. Erdogan — sbagliando — tratta Israele alla stregua di Stato terrorista. L’esercito israeliano è sempre il più forte della regione, anche se viene da dubitare della lucidità di un ministro della Difesa che si congratula con i soldati che hanno sparato sulla folla, facendo sedici morti e centinaia di feriti. Intendiamo­ci: Hamas è un’organizzaz­ione odiosa, che si è imposta sulla popolazion­e civile di Gaza con la forza del fanatismo e l’aiuto iraniano. Ma Netanyahu non si sta muovendo con lungimiran­za. E l’assenza contempora­nea di Europa e America dallo scacchiere mediorient­ale certo non lo aiuta.

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