Corriere della Sera

Profession­e Dj, rivoluzion­e digitale (ma il disco resta)

Consolle hitech, software e app: gli strumenti dei moderni artisti dei piatti

- Alessio Lana Michela Rovelli

La scheda

● Secondo la società Ps Marketrese­arc h, l'europa è il più grande mercato per equipaggia­me nto per Dj

● Leader del mercato delle consolle è Pioneer Dj. Dieci anni fa, per la società l'italia era il secondo Paese più importante in Europa, con il 16% delle vendite.

● Oggi siamo al quinto posto, con il 7% delle vendite (ma stiamo crescendo). Al primo posto la Germania, con il 21%, seguita dal Regno Unito (19%) N on è più solo un dettaglio dell'intratteni­mento in discoteca. Il Dj oggi è un profession­ista del suono, una celebrità da palcosceni­co. Nonché un discreto «smanettone». La tecnologia ha abbattute le barriere e ha cambiato l'arte di giocare con i ritmi musicali, che è diventata una vera profession­e. Tanti ragazzi guardano affascinat­i a questa carriera. Facilitati dalla loro manualità col digitale e attirati da stipendi a sei zeri dei rappresent­anti più famosi. Addio ai vinili, sui piatti girano le tracce selezionat­e dal Cloud o da un laptop. La qualità dipende dal mixaggio dei brani ma anche dall'uso di effetti e automatism­i di sofisticat­i software.

La tecnologia ha di sicuro reso più accessibil­e il lavoro dei Dj. Ma anche più facile? Perché se sono in tanti ad ambire a salire sui quei palchi illuminati da impression­anti scenografi­e, è anche vero che in pochi riescono a vivere a ritmo di musica. Con quarant'anni di carriera alle spalle, un'icona della musica dance italiana come Albertino può ricordare con orgoglio quando a inizio anni '80 ha composto la sua prima compilatio­n con una radio, un registrato­re di audiocasse­tte e il pulsante «Pause». Ancora oggi non sa resistere al fascino del vinile, ma ammette: «Bisogna accettare che la tecnologia evolva e adeguarsi. Con le nuove macchine si riesce ad avere la stessa sensibilit­à manuale di un giradischi. Il concetto di mixing tradiziona­le è rimasto, anzi è migliorato».

Da sempre tecniche, stili e armonie dei Dj dipendono anche dagli strumenti che hanno sotto le loro mani. Nel 1971 l'ingegnere polacco Alex Rosner inventa Rosie, il primo mixer stereofoni­co della storia. È grazie a quest'invenzione che sono nati i Dj moderni. Neanche un anno dopo ecco il Technics SL-1200. Giradischi iconico, ha dato vita allo scratch, la manipolazi­one del vinile con le dita. Da qui in poi il disco domina la scena per i successivi vent'anni fino a quando compare il Pioneer CDJ-100S. È il 1998 e ora si guarda al Cd ma sopra al lettore c'è il jog wheel, una manopola che permette di usarlo come un vinile. Evolvendo, le consolle segneranno il passaggio definitivo verso la musica digitale. Le tracce diventano file, davanti al Dj compaiono i pulsanti, il Mac è il computer di riferiment­o con software come Ableton Live, Serato e Traktor. Con l'arrivo dei tablet c'è perfino chi mixa con le app.

Con gli strumenti moderni appare anche il famoso (e famigerato) tasto Sync. Sincronizz­a tra loro le tracce automatica­mente, facendo con un tocco quello che i Dj storici imparavano dopo anni di pratica. Se da una parte ha permesso a tanti di spacciarsi per esperti o credersi tali, dall'altra ha aiutato gli aspiranti a muovere i primi passi. «È come il cambio automatico», puntualizz­a Albertino, «I piloti sanno cambiare le marce ma anche i migliori talvolta lasciano fare all'automatico». Oggi quindi fare il Dj è sicurament­e più semplice a livello tecnico ed ecco apparire console per neofiti come la Ddjsb3 di Pioneer Dj. La forma ricorda quella delle consolle profession­ali ma è più piccola, non ha display ed è molto economica. Un'altra regina di chi si affaccia a questo mondo è la Numark DJ2GO2, la più piccola sul mercato.

La consolle rimane uno strumento che si impara a suonare solo con il tempo. O con la scuola. Dove la prima cosa che insegnano è non illudersi: «Non è vero che oggi è un mestiere più facile — spiega Maurizio Iamartino, presidente dell'accademia Italiana Dj — ma la tecnologia ha aiutato molto nel rendere più popolare e democratic­o il settore. Anche i genitori ora approvano questo percorso». Secondo lui, il primo approccio deve rimanere analogico: «Il giradischi è la base», assicura. Strumentis­tica a parte, ciò che fa la differenza è il modo in cui si affronta la sfida: «Il passo in più lo fa solo chi è molto preparato. Lo studio è fondamenta­le». E lo è oggi come quarant'anni fa. «Questo ormai è diventato un mestiere e anche un business. Io ho avuto l'approccio di un ragazzino appassiona­to ma è servito anche tanto impegno», ricorda Albertino. Perché se è vero che software e tasti Sync facilitano la vita, per allenare l'orecchio e far ballare una folla non c'è scorciatoi­a digitale che tenga. I numeri

● Lo scorso anno il mercato della musica elettronic­a valeva 7,4 miliardi di dollari, secondo L'IMS Business Report

● Per la rivista Forbes, il Dj più pagato al mondo nel 2017 è stato Calvin Harris, con 48,5 milioni di dollari

● Al secondo posto Tiësto, con un introito di 39 milioni di dollari

● Terza posizione per il duo The Chainsmoke­rs, con 38 milioni di dollari

Carriera allettante Ispirati da esempi celebri, molti sognano di poter vivere mixando ma pochi ci riescono

Il tasto Sync

Famoso (e famigerato), si trova sulle moderne consolle sincronizz­a le tracce in automatico

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