Edison prepara l’uscita dal settore oil&gas (con Rothschild e Perella)
Era appena sei anni fa quando Edison passò ai francesi e l’allora presidente Henri Proglio disse di voler fare del gruppo di Foro Buonaparte «il polo strategico, operativo e gestionale del gas di Edf» nel Mediterraneo. Nel frattempo il mondo, Stati Uniti a parte, si è messo d’accordo alla Cop21 di Parigi del 2015 di darsi come obiettivo la decarbonizzazione e nel giugno scorso il neo ministro francese dell’ambiente, l’attivista Nicolas Hulot, ha annunciato che non avrebbe più rilasciato permessi per cercare petrolio e gas sul proprio territorio.
Adesso è il colosso elettrico Edf — controllato per l’84,4% dallo Stato francese — che ha il 99,5% di Edison, ad aver deciso di dire addio a un’attività storica del gruppo di Foro Buonaparte, che nei decenni ha sviluppato competenze e know how di livello internazionale: la ricerca e la produzione di oil&gas nel bacino del Mediterraneo, in Norvegia, Gran Bretagna. Obiettivo concentrarsi sul mercato retail, in vista anche della fine della maggior tutela dal primo luglio 2019 (ma che rischia di slittare). A maggio 2017 già la francese Engie aveva ceduto la maggioranza della divisione Exploration & Production International per 4,7 miliardi a Neptune Energy. E due anni prima è stata la tedesca Rwe a disfarsi di Dea per 5,7 miliardi. Reuters due giorni fa ha indicato nelle banche di investimento Rothschild e Perella Weinberg i due advisor selezionati da Edison per organizzare un’asta per la divisione esplorazione e produzione di Foro Buonaparte, che potrebbe essere valutata tra i 2 e i 3 miliardi di dollari.
Edison spiega di aver deciso di costituire una società «dedicata e specifica» alle attività E&P in cui far confluire tutte le concessioni italiane e le quote azionarie nelle società controllate da Edison attive in Egitto, UK, Norvegia e Croazia. Si tratta del «primo passo necessario verso un’operazione di partenariato con un investitore finanziario o industriale». L’obiettivo è «soddisfare esigenze industriali e finanziarie specifiche del settore E&P» e per «consentire a Edison di perseguire il suo piano di sviluppo strategico fondato sui tre assi rinnovabili, efficienza, clienti». La società specifica di «non avere oggi certezza o idea di quale sarà la soluzione che troveremo sul mercato».