I tormenti di Max sul ciclo che finisce Juve in agitazione
Allegri riflette: potrebbe andare all’estero
Il patto per la leggenda coi giocatori. E poi l’addio. A testa altissima. Con 7 trofei vinti finora e 2 ancora da conquistare, il settimo scudetto di fila e la quarta Coppa Italia, il ciclo di Massimiliano Allegri alla Juventus rimarrà nella storia del club. E del calcio italiano. Ma difficilmente proseguirà. La netta sconfitta contro il Real Madrid (3-0) nell’andata dei quarti di Champions ha scatenato nell’allenatore più vincente del nostro campionato le stesse riflessioni elaborate a caldo dopo la brutta botta della finale di Cardiff.
Allegri ha portato per due volte la Juve vicina al trofeo più ambito, che manca dal 1996: era stato chiamato per il salto di qualità in Europa ed è andato ben oltre le previsioni. Ma il fatto che l’ambiente juventino, a partire dai tifosi, non abbia apprezzato fino in fondo il cammino in Champions, dando molte cose per scontate, non è mai andato giù a Max. Che lo ha fatto capire, urbi et orbi, in almeno tre occasioni in questa stagione: dopo la vittoria ad Atene, dopo il pari in casa col Tottenham e prima della sfida contro il Real, forse intuendo che il risultato avrebbe potuto essere (molto) negativo.
I tormenti dell’allenatore insomma non nascono all’improvviso. Ma rispetto a 10 mesi fa hanno anche ragioni tecniche, perché è chiaro che per continuare a sognare la Champions (e comunque a far crescere il fatturato grazie ai risultati ottenuti in Europa) la Juve deve fare altri investimenti importanti. E avviare una transizione, se non una rifondazione. Ripartire da un blocco giovane e italiano (Bernardeschi, Rugani, De Sciglio, Spinazzola, Caldara e magari Pellegrini) però richiede tempo, soprattutto in Europa. E Allegri ha maturato in questi anni uno status internazionale di un certo tipo, oltre a un contratto molto buono che lo lega alla Juve fino al 2020, tra i 7,5 e gli 8 milioni: per continuare serve la massima convinzione, da parte di tutti. Senza dimenticare che nel calcio di oggi un ciclo di quattro anni (vincenti) è già di per sé qualcosa di molto raro. E logorante.
Diverse caselle delle grandi panchine d’europa sono ancora in via di definizione e in particolare quella del Chelsea, sicuramente gradita a Max, dovrebbe essere lasciata libera da Antonio Conte. Ma Allegri, che ha appena confermato al Telegraph che dopo la Juve andrà «solo all’estero» e che non ha mai fatto mistero di avere una predilezione per la Premier, piace anche all’arsenal e al Psg. E magari sarebbe probabilmente disposto anche ad aspettare, nonostante l’anno sabbatico non sia in cima ai suoi pensieri. Se i tormenti di Max dovessero concretizzarsi in una richiesta di divorzio la palla passerà ovviamente alla Juve: ripartire con un big (Ancelotti non sarebbe interessato) o con un emergente, come ad esempio Simone Inzaghi? Un dilemma che potrebbe fare da sfondo alla volata scudetto. Con tutti i rischi del caso. Ma anche con i suoi effetti benefici: nei momenti più duri questa Juve non si è mai tirata indietro.
Pensieri
Il tecnico sente poco apprezzato il suo percorso in Champions in questi anni