Il Torino centra il colpo grosso
Un palo di Rafinha, tante occasioni, ma la gara la decide l’ex al veleno Ljajic
vittorie consecutive in campionato per il Torino: non succedeva da novembre del 2016 TORINO Giocata bene e persa male. Come spesso accade a chi è troppo sicuro di sé, l’inter getta via la chance di sorpassare la Roma, riacciuffare il terzo posto e seguire così la strada più veloce e sicura verso la Champions. Dopo il pareggio nel derby, l’immeritata sconfitta contro il Torino, degli avvelenati ex Ljajic e Mazzarri, è la seconda gigantesca occasione sprecata. Le ultime due partite potevano colorare di un nerazzurro indelebile la classifica, macchiano invece i progressi dell’ultimo mese e riposizionano al quinto posto l’inter, ora fuori dalla zona Champions e costretta a inseguire pure la Lazio.
Gli errori si pagano e finiscono per pesare sulla formazione di Spalletti, incapace di capitalizzare un’ottima prima mezz’ora in cui ha costruito tanto e sciupato di più. Merito di un Torino che esalta il suo dna più classico: un’incrollabile resistenza, sostenuta da almeno tre parate strepitose di Sirigu. Mazzarri si è così preso la rivincita su chi lo esonerò. Una vendetta che vale il terzo successo consecutivo, riporta i granata in corsa per l’europa League e consegna dopo 24 anni una vittoria in casa contro i nerazzurri.
La partita però l’ha persa l’inter smarrita nel solito limite, l’incapacità di segnare con qualcuno diverso da Icardi e Perisic. Non è bastato approcciare il match con la giusta veemenza, schiacciare il Torino nella sua metà campo, tramortirlo in avvio. Dopo cinque giornate senza sconfitte, Spalletti è tornato all’antico, ha riproposto Borja Valero lasciando fuori Rafinha, un cristallo fragile per sopportare tre incontri ravvicinati. L’inter ha dominato, ha costruito bene sulla destra con Cancelo e Candreva, si è mangiata un gol facile con Perisic, ha fatto ruggire Icardi con una grande girata respinta da Sirigu.
Non si è smontata, ha asfissiato il Torino, lavorando attorno ai due tocchi di un Brozovic in stato di grazia. Ha spinto, portando Candreva a tirare da dentro e fuori dall’area e Perisic a prendere una traversa alta. Ma la legge è legge: chi sciupa, prima o poi paga. Un pallone ormai perso da Belotti è stato trasformato in un assist a De Silvestri dal retropassaggio fuorigiri di Peri- sic: tocco dentro e vantaggio di Ljajic. Il gol ha chiuso a 517 minuti l’imbattibilità della difesa dell’inter e lasciato crepe nell’anima.
Il Torino è riapparso a inizio ripresa e avrebbe potuto chiudere il conto con De Silvestri e il diagonale di Ljajic. Da lì è stata ancora e solo Inter. Assalti costanti, pari sfiorato da Miranda prima e dal palo pieno di Rafinha poi. A Spalletti resta niente, se non rimpianti e la certezza di una squadra incapace di ribaltare le partite quando è in svantaggio: ci è riuscita una sola volta, a Roma.
Non sempre basta il gioco, occorre la qualità e il colpo del fuoriclasse che non può essere solo Icardi. La strada per la Champions è ora più ripida e l’inter ha ripreso il vizio di cadere e farsi male. tiri dell’inter nello specchio della porta del Toro: solo contro il Chievo di più, furono 13
Fuori zona
Sirigu determinante, i nerazzurri scivolano al quinto posto, fuori dalla zona Champions