Doppia Range
La regina delle 4x4 ha due motori: elettrico e a benzina
BLENHEIM (INGHILTERRA) Mercoledì 17 giugno 1970: la Rover presenta in Cornovaglia la Range. Una fuoristrada diversa dalle altre, perché riesce a conciliare (elevate) prestazioni e (estremo) comfort. Un’idea che entrerà nella storia. Peccato che in Italia nessuno se ne accorga: in quello stesso giorno, allo stadio Atzeca di Città del Messico, si gioca Italia-germania, semifinale dei Mondiali di calcio, e la partita — «storica» anche questa — finirà 4 a 3 per gli azzurri di Ferruccio Valcareggi. Alla Range Rover PHEV dovrebbe andare diversamente.
Quella appena presentata dal marchio quintessenza dell’offroad british (nonostante che da un decennio sia di proprietà del colosso indiano Tata Motors) è una fuoristrada ibrida plug in. La sigla sta, appunto, per Plug-in Hybrid Electric Vehicle. E questa volta sarà dura metterla in ombra. Perché tra le caratteristiche di questa novità ce n’è una che fa scalpore: la capacità di superare a guado fiumi e torrenti profondi fino 90 centimetri. Alla faccia delle (sacrosante) raccomandazioni di non immergersi con apparecchiature elettriche attive...
Anche la batteria da 13,1 kw agli ioni di litio e il motore elettrico da 85 kw sono anfibi: è una delle tante sfide tecnologiche vinte dagli ingegneri del marchio. I quali hanno saputo trasportare lo schema identitario del modello (prestazioni e comfort al massimo grado) nello scenasponse, rio contemporaneo dell’elettrificazione e della mobilità a basso impatto ambientale. Nel complesso, il sistema della Range Rover PHEV sviluppa 404 cavalli di potenza e 640 Nm di coppia. La velocità massima è di 220 km/h e lo scatto da 0 a 100 orari avviene in 6,8 secondi. Mentre il consumo dichiarato (e omologato secondo le norme NEDC) è di 2,8 litri di benzina ogni 100 chilometri, con emissioni di CO2 pari a 64 grammi/km.
I segreti di un così ridotto utilizzo di carburante sono due: l’efficienza del motore termico (un quattro cilindri sovralimentato di due litri, della serie Ingenium) e la tecnologia «predittiva». Cioè? In poche parole: il computer dell’auto, una volta impostato l’itinerario sul navigatore, sulla base delle caratteristiche del tracciato stabilisce la migliore strategia per impiegare in modo combinato i motori termico e elettrico. Un aiuto viene anche dalla batteria ricaricabile agli ioni di litio da 13,1 kwh (garantita otto anni), che richiede solo due ore e 45 minuti per la ricarica completa con l’apposito caricabatteria rapido da 32 A. Occorrono invece sette ore se si collega il cavo a una comune presa di corrente.
Come tutte le Range Rover, l’abitacolo della PHEV è un salotto. Che, in questo caso, s’inoltra nella natura più selvaggia senza rumore e, in parte, a emissioni zero: l’autonomia dichiarata in modalità elettrica è di 51 chilometri.
La trazione è integrale permanente, con gestione affidata al Land Rover Terrain Re- che offre al guidatore la possibilità di scegliere tra diversi programmi (strada, eco, neve, fango, sabbia, roccia) per adattarsi al percorso.
Anche il prezzo fa l’effetto di una scossa: si parte da 122.800 euro per la versione «corta» (292 centimetri di passo) in allestimento Vogue e si arriva ai 204.900 della SV Autobiography a passo lungo (312 centimetri). A potersela permettere è giusto chi gioca in Nazionale da titolare...