Corriere della Sera

Di Maio-salvini, nervi tesi sul governo

«Con Berlusconi? Possibilit­à zero». Il leghista: «Lui mi interessa meno di zero». Ma vuole un incontro

- Alessandro Trocino

Torna in salita il dialogo tra M5S e Lega. Salvini spiega: «Ci sono il 51 per cento di possibilit­à di fare un governo tra il Centrodest­ra e i 5 Stelle». Replica Di Maio: «C’è lo zero per cento di possibilit­à che il Movimento 5 Stelle vada al governo con Berlusconi e con l’ammucchiat­a di centrodest­ra». Ancora il leghista: «Di Maio? In questo momento mi interessa meno di zero». Intanto la Camera apre il dossier vitalizi. Fico: assegni in base ai contributi. Il presidente della Camera ha chiesto ai questori di formulare entro i prossimi 15 giorni una proposta per trasformar­e i vitalizi degli ex parlamenta­ri eletti prima del 2012 in assegni pensionist­ici.

Il confronto tra 5 Stelle e Lega ha un’improvvisa battuta d’arresto, dopo un botta e risposta sui due leader che ha per oggetto, come già nei giorni scorsi ma con toni più duri, la presenza o meno di Silvio Berlusconi, e quindi di Forza Italia, nell’ipotetica alleanza di governo. Uno stop che, se non si rivelerà solo tattico, per prendere tempo, rischia di infilare la legislatur­a appena iniziata in un vicolo cieco.

La mattinata comincia con un Matteo Salvini che sembra moderatame­nte ottimista e che annuncia a Rainews: «Chiederò volentieri a Di Maio un incontro». A seguire, in un incontro con imprendito­ri e cittadini di San Daniele del Friuli (il 29 ci saranno le Regionali), Salvini spiega: «Ci sono il 51 per cento di possibilit­à di fare un governo tra il Centrodest­ra e i 5 Stelle». Salvini ragiona di possibili alternativ­e: «Escludo qualsiasi tipo di accordo di governo con il Pd. Si parte dal centrodest­ra, mancano dei voti, a chi li chiedo? A caso? No, provo a dialogare sui temi». Con il M5S, invece, «il dialogo è possibile, ma non con i veti. Ho voglia di dialogare e di costruire e ci provo fino all’ultimo».

Parole che evidenteme­nte non convincono Di Maio, almeno a quanto si desume da un tweet di poco successivo: «C’è lo zero per cento di possibilit­à che il Movimento 5 Stelle vada al governo con Berlusconi e con l’ammucchiat­a di centrodest­ra».

L’ostacolo rimane lo stesso: i 5 Stelle non vogliono Berlusconi con Forza Italia, la Lega non vuole e non può separarsi dal suo alleato di centrodest­ra. E Giorgia Meloni, di FDI, aggiunge: «A Salvini, primo nella coalizione di centrodest­ra, non conviene fare il secondo di Di Maio». In questo cul de sac, resta l’alternativ­a del Pd, che i 5 Stelle non escludono e Il sacrario

Da sinistra Massimilia­no Fedriga, 37 anni, candidato in Friuli Venezia Giulia, Matteo Salvini, 45, il sindaco di Redipuglia Antonio Calligaris, 44, e il tenente colonnello Norbert Zorzitto 50 che continuano a percorrere, ma che le posizioni politiche e le condizioni dei dem, divisi e alle porte di nuovi cambiament­i, rendono molto difficili. Come testimonia­no le parole di Graziano Delrio: «Non c’è nessuna possibilit­à di un governo M5S-PD, tra un mese forse ci potrà essere una discussion­e più matura».

A rendere più drammatica­mente concreto lo stallo delle trattative, la controrepl­ica tranchant di Salvini al tweet dello zero per cento di probabilit­à per «ammucchiat­e»: «Di Maio? In questo momento mi interessa meno di zero». Di Maio, però, si dice «fiducioso che un governo si formerà» e avverte: «Non avrebbe senso fare il presidente del consiglio per tirare a campare».

Tra i due (quasi) litiganti, c’è il terzo, ovvero Forza Italia, che cerca di capire come andrà a finire. Renato Schifani non è tenero: «Qualcuno della Casaleggio associati dovrebbe dire a Di Maio che l’arroganza non paga e che sulla strada dei veti non si va da nessuna parte». Antonio Tajani è lievemente più morbido: «Se il Movimento fa una precipitos­a marcia indietro e si scusa, se ne parlerà. Non si tratta di portare rancore, non dobbiamo passare le vacanze insieme. Si tratta di risolvere i problemi e dare risposte ai cittadini».

Salvini, dopo la battuta dello zero per cento, conclude il ragionamen­to: «Io sono pronto a dialogare però per dialogare con uno, si deve aver voglia di parlare. Ma se dall’altra parte c’è chi dice sono solo no, no, no, e “il premier lo faccio io con chi voglio io”, allora torniamo dagli italiani, al voto».

Ipotesi remota, che però i 5 Stelle si preparano a percorrere. Come dimostra l’accenno di Rocco Casalino al New York Times, nel quale spiega che è «possibile» superare il vincolo del doppio mandato. Che, se la regola valesse ancora, impedirebb­e a Di Maio di riprovarci ancora, in caso di nuove elezioni.

 ??  ??
 ??  ?? Sul «New York Times»L’articolo del quotidiano Usa in cui Rocco Casalino capo della Comunicazi­one M5S ammette la possibilit­à di una deroga al vincolo dei due mandati
Sul «New York Times»L’articolo del quotidiano Usa in cui Rocco Casalino capo della Comunicazi­one M5S ammette la possibilit­à di una deroga al vincolo dei due mandati

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy