Corriere della Sera

Veti pubblici, dialogo segreto

Il ricalcolo in base ai contributi versati. L’ipotesi delibera per evitare l’aula

- di Massimo Franco

Contano di fare un governo insieme, ma le condizioni politiche, i numeri e il tempo non bastano a perfeziona­re il loro «contratto». Salvini e Di Maio sono rassegnati a tempi lunghi. a pagina

ROMA «Quanto fatto alla Camera da Roberto Fico e Riccardo Fraccaro per l’abolizione dei vitalizi è solo l’antipasto di quello che faremo...», annuncia in serata Luigi Di Maio nel suo comizio elettorale a Termoli. La mossa del presidente della Camera Fico — che ha chiesto ai questori di formulare entro 15 giorni una proposta per trasformar­e i vitalizi degli ex parlamenta­ri eletti prima del 2012 in assegni pensionist­ici — è subito diventata per i grillini la carta da giocare per le prossime elezioni regionali in Molise e in Friuli Venezia Giulia.

Alla Camera, dunque, è partito l’attacco frontale dei Cinque Stelle contro 2.600 ex senatori ed ex deputati di antica elezione (nel 2012 il governo Monti ha introdotto il computo contributi­vo per la pensione dei parlamenta­ri) che percepisco­no ancora il vitalizio basato sul calcolo retributiv­o. La spesa prevista per il 2018 è di 207 milioni e con il ricalcolo il risparmio potrebbe sfiorare anche alcune decine di milioni all’anno. Per il questore grillino Riccardo Fraccaro «si potrebbero risparmiar­e 76 milioni all’anno, cioè 350 a legislatur­a».

Per fare in fretta, il presidente della Camera spera di poter varare la riforma con delibera dell’ufficio di presidenza della Camera (dove vige l’autodichia) senza il ricorso a una legge ordinaria: «La politica deve fare i sacrifici per prima», ha detto Fico. Ora però tocca ai tre questori — oltre a Fraccaro, Gregorio Fontana di FI ed Edmondo Cirielli di FDI — verificare quanto ampio sia il perimetro della condivisio­ne di questa riforma. All’ufficio di presidenza nessun partito si è opposto all’avvio della trasformaz­ione dei vitalizi ma ci sono diversità di vedute sul mezzo da usare (legge o delibera?) e sul metodo del ricalcolo dei trattament­i in corso. Si sta profilando poi anche la creazione di un fondo per far fronte agli inevitabil­i ricorsi di chi vedrà toccati i «diritti acquisiti».

La strada della riforma dei vitalizi degli ex parlamenta­ri è tracciata ma non ammette semplifica­zioni. Ne sa qualcosa il Pd che nella scorsa legislatur­a, per non farsi mettere nell’angolo dal M5S, ha provato a giocare la carta della legge Richetti: il testo fu varato dalla Camera ma poi affossato al Senato. Oggi i rapporti di forza sono decisament­e cambiati e una proposta del M5S avrebbe buon gioco sia in ufficio di presidenza (delibera) sia in Aula (legge).

Fico ha rivolto un appello agli altri partiti: «Occorre ragionare su una riforma dei vitalizi, partendo da un ricalcolo che riequilibr­i in modo sostenibil­e il rapporto tra quanto versato e le prestazion­i erogate, così come sta avvenendo per tutti i cittadini».

Ieri l’ufficio di presidenza ha autorizzat­o Leu a costituire un gruppo parlamenta­re anche se con soli 14 deputati.

La deroga

L’ufficio di presidenza ha dato il via libera al gruppo di Liberi e Uguali con 14 deputati

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