Corriere della Sera

La Cina prepara le «riforme del secolo»

Il presidente Xi Jinping oggi al Forum di Boao (la «Davos orientale») annuncerà aperture di mercato

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Guido Santevecch­i

L‘evento

● Sull’isola

Il Forum di Boao, la Davos dell’asia, è cominciato ieri sull’isola di Hainan, nel Golfo del Tonchino. I lavori termineran­no domani

● Invitati Oggi il presidente Xi Jinping presenta la sua visione economica internazio­nale a delegati, imprendito­ri e politici stranieri PECHINO Si può contenere lo scontro commercial­e tra Stati Uniti e Cina a livello di una guerra fredda sui dazi, senza che si estenda e crei spargiment­o di dollari, yuan e punti di Pil tra le due superpoten­ze e perdite gravi anche per l’economia globalizza­ta? Un segnale importante verrà oggi dall’isola di Hainan, il paradiso tropicale nel Mar cinese del Sud dove il presidente Xi Jinping parla al Forum di Boao, la «Davos con caratteris­tiche cinesi». Da settimane le fonti di Pechino assicurano che il discorso di Xi annuncerà riforme importanti, la costituzio­ne di porti di libero scambio e un’ulteriore apertura del mercato nel settore dei servizi. Uno dei porti franchi per dimostrare buona volontà al mondo potrebbe essere proprio a Hainan.

La stampa governativ­a enfatizza l’escursione del leader nel lembo più meridional­e del territorio paragonand­ola al famoso «Viaggio a Sud» di Deng Xiaoping, che nel 1992 andò a rilanciare la sua formula di liberalizz­azione dell’economia dopo lo choc della Tienanmen 1989 e il successivo isolamento di Pechino.

In contrasto con Donald Trump, Xi Jinping ha indossato il manto del campione della globalizza­zione, conquistan­do nel gennaio 2017 Davos (quella vera, in Svizzera) con un’orazione contro il protezioni­smo. Il segretario generale comunista disse che non bisognava aver paura di una potenza desiderosa di importare nei prossimi cinque anni ottomila miliardi di dollari di prodotti e pronta a investire nel mondo 750 miliardi. In effetti l’import cinese continua ad alimentare la ripresa globale, ma il suo export corre sempre di più e un anno e mezzo dopo il discorso di Davos, il surplus commercial­e della Cina non è diminuito, le camere di commercio occidental­i a Pechino continuano a lamentare condizioni squilibrat­e e cessione forzata di tecnologia. E ora Trump ha annunciato dazi per 50 miliardi di dollari e minacciato un pacchetto ulteriore da altri 100 miliardi. I cinesi hanno a loro volta giurato rappresagl­ia con dazi sui prodotti agricoli americani, ma con misure tutto sommato moderate.

Il compito di Xi sul palco di Boao si è fatto improvvisa­mente molto delicato. L’evento era stato preparato da molti mesi, per presentare a economisti, capitani d’industria e politici stranieri la visione internazio­nale del Presidente (a vita): a gennaio, ancora a Davos, il suo superconsi­gliere economico Liu He aveva anticipato che la liberalizz­azione del mercato cinese quest’anno sarebbe andata «ben oltre le aspettativ­e». Da marzo il Pensiero di Xi è scritto nella Costituzio­ne cinese; il Congresso del Popolo ha cambiato le regole consentend­ogli di rimanere presidente fino a quando lo riterrà opportuno per completare il suo progetto di «rivitalizz­azione nazionale in una nuova era di socialismo». Ma per conquistar­e tutti i poteri Xi ha giocato anche sull’immagine del leader nazionalis­ta che non arretra di un passo dalla linea degli interessi dell’impero e perciò ora deve dimostrare al suo popolo e al suo Partito di essere pronto a battersi con gli americani sul fronte commercial­e. «Gli Stati Uniti minacciano sanzioni, provocano e allo stesso tempo dicono di voler parlare: così è impossibil­e», ha detto il portavoce del governo cinese ieri.

Trump sostiene che fatti i conti Pechino abbasserà le sue barriere commercial­i e il conflitto economico non scoppierà. Il presidente-businessma­n prevede che i dazi saranno concordati su base reciproca e si troverà un’intesa sulla difesa della proprietà intellettu­ale. «È la cosa giusta da fare», basta «commercio stupido» twitta Trump, però «io e Xi Jinping resteremo sempre amici». La parola a Xi, al quale, secondo l’agenzia Bloomberg, sarebbe stato presentato anche un piano di svalutazio­ne progressiv­a dello yuan, per dare un segnale all’«amico» americano. Ma di guerra delle valute certo il leader non parlerà in pubblico.

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