Corriere della Sera

Il giallo di Gulnara, la figlia scomparsa del dittatore uzbeko

- Di Candida Morvillo

Chi è

● Primogenit­a Gulnara Karimova, 45 anni, è la figlia maggiore dell’ex presidente uzbeko Islam Karimov

● Scomparsa Dal 2014 è scomparsa. Nel 2016 non era al funerale del padre. Otto mesi fa il governo ha detto che era in prigione

Ogni giorno, da un anno, centinaia di pellegrini rendono omaggio al mausoleo eretto in memoria del dittatore dell’uzbekistan Islam Karimov, mancato nel 2016, «celebre» per i metodi sanguinari usati contro i suoi oppositori. Persino i prigionier­i politici rilasciati nella mite «primavera uzbeka» seguita alla sua morte sono stati costretti a una visita.

Ormai, uno dei pochi uzbeki che non ha reso omaggio alla salma è la figlia che è stata la sua prediletta, oltre che erede designata. Il New York Times si è messo sulle tracce di Gulnara Karimova, sparita nel nulla da quattro anni: 45 anni, bella, bionda, vistosa, è stata vista l’ultima volta a una sfilata a Mosca. Prendeva gli applausi per il suo marchio Guli. Dopo, era stata l’unico membro della famiglia a non partecipar­e ai funerali del padre. Gulnara è stata una donna d’affari senza scrupoli, l’ambasciatr­ice in Spagna del suo Paese, la rappresent­ante permanente per l’uzbekistan alle Nazioni Unite a Ginevra, è stata la madre di due figli, l’ex moglie di un magnate (Mansur Maqsudi) che dopo il divorzio ha visto deportati in Afghanista­n tutti i suoi 24 parenti, è stata una stilista, una cantante pop con il nome di Googoosha e, prima, una studentess­a di Harvard.

Stando alle parole di un diplomatic­o americano, era «una brigante, predatrice di aziende altrui, resa intoccabil­e dalla protezione del padre». Nel luglio scorso, il procurator­e generale di Tashkent ha comunicato che era stata condannata a cinque anni «di libertà ristretta» per evasione fiscale, estorsione e furto di proprietà statali, e che intanto rimaneva nella cella dove si trovava per esportazio­ne illegale di 1,62 miliardi di capitali.

L’annuncio, almeno, metteva fine alle voci che la volevano invece morta e sepolta, magari avvelenata, dopo due anni passati in un ospedale psichiatri­co. Ma, a quel punto, anche se non c’era il delitto, restava il mistero. Se pure Gulnara era in carcere, nessuno Gulnara Karimova a Milano durante una sfilata sapeva dove né lo si sa adesso, e tuttora di sicuro è senza assistenza legale, come ha lamentato alla Bbc il figlio Islam Junior, che frequenta il college nel Regno Unito, dove sta chiedendo asilo politico. In tv ha detto: «Io non capisco come nel ventunesim­o secolo non sia possibile rispondere a una semplice domanda: dov’è Gulnara?».

Il procurator­e generale della capitale uzbeka non ha risposto alla richiesta scritta del giornalist­a del New York Times di avere notizie sulla prigione dove sarebbe detenuta la donna e i familiari del dittatore hanno ingaggiato un attivista per i diritti umani sperando di ritrovarla.

L’uomo, Steve Swerdlow, ammette di sentirsi in una posizione scomoda, dati i trascorsi della famiglia, e di non sapere da dove cominciare a cercare. Quando osserva che «è una donna che era ovunque e che non può non attirare l’attenzione», le sue parole suonano di un’ironia un po’ macabra.

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Stilista

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