Corriere della Sera

Ragazzo gay picchiato a Roma. «Erano in 4 con le teste rasate»

La denuncia di Federico, 21 anni, aggredito dopo il suo primo giorno di lavoro. Raggi: «Gesto inaccettab­ile»

- Fulvio Fiano

Picchiato a sangue e minacciato con un coltello perché gay. Aggression­e condotta in pieno giorno nei dintorni della stazione Tiburtina da quattro persone che la vittima descrive come italiani tra i 20 e i 30 anni, uno dei quali con una croce celtica tatuata sulla nuca. «Ecco cosa facciamo a Roma a quelli come te», gli avrebbero detto. Sulla denuncia indaga il commissari­ato Porta Maggiore.

Federico, 21 anni, fiorentino, da sei mesi nella Capitale «per vivere più serenament­e la mia omosessual­ità», alle 17.30 tornava dal suo primo giorno di lavoro ed era appena uscito dalla metro: «Si sono avvicinati in quattro, bomber nero e capelli rasati, e hanno preso a insultarmi. Mi hanno puntato un coltello alla schiena e al volto, sono stato spinto contro un muro e pestato con calci e pugni». Gli aggressori gli prendono cellulare e portafogli, poi gli rendono il borsello tirandogli­elo addosso: «“Riprenditi la tua borsa da frocio”, mi hanno detto. “E se vai dagli sbirri, lo veniamo a sapere e la prossima volta ti apriamo”».

La zona e frequentat­a a ogni ora da pendolari e abitanti del quartiere: «Ma nessuno si è fermato e anche l’indifferen­za è omofobia», accusa il 21enne. Che dopo essersi rialzato, sanguinant­e e pieno di lividi, raggiunge una filiale Bnl. Qui una guardia giurata chiama l’ambulanza. Federico arriva all’ospedale Vannini in codice giallo e viene dimesso con 5 giorni di prognosi dopo una notte in osservazio­ne per una temuta emorragia interna (esclusa dalla Tac).

Ora è a casa di amici per sentirsi al sicuro: «Sono stato fortunato perché poteva andarmi peggio e perché sono inserito nella comunità Lgbt, che mi ha offerto aiuto e protezione». Laroboteri­e, di cui è un attivista, parla di «Azione epurativa». Il Circolo Mario Mieli offre assistenza legale. Solidariet­à esprime la senatrice pd, Monica Cirinnà, e la sindaca Virginia Raggi parla di «gesto inaccettab­ile».

La polizia ha acquisito i filmati delle videosorve­glianze. «Ma sa una cosa? — dice Federico — Bene che vada ci sarà un processo per rapina, senza aggravanti. E chi nel 2018 non si nasconde deve ancora avere paura».

A Tiburtina «Io minacciato con un coltello ma nessuno si è fermato. Omofobia è anche l’indifferen­za»

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