Lo scontro Esselunga-coop Condannati Nuzzi e Belpietro
La Corte d’appello torna sugli articoli del 13-14-15 gennaio 2010 («La Coop ti spia») con i quali il quotidiano Libero, allora diretto da Maurizio Belpietro, accreditava un sistematico spionaggio nel 2004 dei lavoratori Coop da parte di dirigenti Coop, e la «ripulitura» degli audio illeciti. Gli articoli di Gianluigi Nuzzi erano basati sulla prospettazione del contesto di quegli audio offerta da due «fonti» particolari: due imprenditori ex fornitori di vigilanza privata alla Coop, per i quali Belpietro era andato a chiedere un aiuto a Bernardo Caprotti, patron di Esselunga che aveva affidato loro la vigilanza (700.000 euro l’anno) di alcuni market. Ieri la Corte d’appello ha confermato la responsabilità dei giornalisti per «calunnia» del dirigente Coop Daniele Ferrè (ravvisata nella pubblicazione di una fattura con falsa causale di «ripulitura» degli audio), ma ha preso atto della prescrizione. Ha poi cancellato l’assoluzione in primo grado di Belpietro e Nuzzi dalla «ricettazione» del cd rom (ceduto dalle due «fonti») degli audio illecitamente registrati sul telefono del direttore Coop di Vigevano, e li ha condannati a 10 mesi (pena sospesa, non menzione per Nuzzi). Infine non ha prosciolto nel merito (come chiedeva la difesa), ma ha dichiarato «estinto per morte del reo» il concorso in «diffamazione» per cui Caprotti in Tribunale nel 2016 era stato condannato a 6 mesi. «A quanto ne so, è la prima volta che una Corte d’appello ribalta l’assoluzione e condanna due giornalisti per ricettazione, un rischioso precedente per tutti — rileva Caterina Malavenda, in tandem legale con Valentina Ramella —: anche per questo faremo ricorso in Cassazione».