Corriere della Sera

Esperti divisi sul tenore di vita La Cassazione decide sui divorzi

Atteso per oggi il verdetto delle Sezioni unite sull’abolizione del criterio

- Di Candida Morvillo www.corriere.it

Il caso

● La Prima sezione di Cassazione, nel 2017, ha stabilito che l’assegno di mantenimen­to in caso di divorzio non può più essere calcolato sul tenore di vita durante il matrimonio, ma sulla autosuffic­ienza economica dell’ex coniuge. La sentenza riguardava il caso dell’ex ministro dell’economia Vittorio Grilli e Lisa Caryl Lowenstein

● Oggi le Sezioni unite (il cui parere ha valore di orientamen­to) deciderann­o sulla questione del parametro del «tenore di vita» colmando il vuoto legislativ­o creato da quella sentenza Andrea Pirlo e Deborah Roversi Dopo il divorzio nel 2014 lei rivendica i sacrifici fatti: «Giusto l’assegno»

Per decenni, il principio del «tenore di vita analogo a quello avuto durante il matrimonio» è stato uno dei capisaldi nella quantifica­zione dell’assegno divorzile, ma nella giornata di oggi, le Sezioni unite della Cassazione sono chiamate a esprimersi sulla sua attualità. Si tratta di ascrivere alla giurisprud­enza la sentenza della Prima sezione di Cassazione dell’11 maggio 2017, che valorizza invece il principio dell’«autorespon­sabilità». Sulla 27esima Ora, Vittorio Grilli e Lisa Caryl Lowenstein La sentenza sulla loro causa, dopo il divorzio nel 2008, ha fatto scuola il professore di Diritto processual­e civile Filippo Danovi, l’ha spiegato così: «Sciolto il matrimonio, i coniugi non vanno più considerat­i per la storia familiare, ma come persone singole». Insomma, se si è autosuffic­ienti, si perde il diritto all’assegno, come è successo a Lisa Lowenstein, destinatar­ia della discussa sentenza con l’ex marito Vittorio Grilli, già ministro dell’economia.

«È un mondo nuovo che arriva e che rischia di riportare indietro le donne — dice la matrimonia­lista Daniela Missaglia —, si pretende che anche sessantenn­i, che si sono dedicate alla famiglia contribuen­do fattivamen­te al successo dei mariti, debbano di colpo trovarsi un lavoro». Se pure il nuovo parametro venisse accolto, però, non significa che tutti i giudici lo applichera­nno in automatico: «Diventa un criterio basico, ma Barbara D’urso e Michele Carfora Divorziati nel 2008, lui le ha chiesto gli alimenti, negati dai giudici non l’unico e, sui divorzi già chiusi in via consensual­e, potrebbe accadere come a Genova, dove la Corte d’appello ha negato la riduzione dell’assegno corrispost­o dall’ad di Erg Luca Bettonte all’ex moglie, nonostante lui reclamasse di averle fatto cospicue donazioni». Invece, nel caso di Silvio Berlusconi e Veronica Lario, lei a novembre ha ricevuto lo stop al maxiassegn­o da 1,4 milioni mensili: la Corte d’appello di Milano ha applicato il precedente Grilli-lowenstein.

L’intervento di oggi dovrebbe aiutare proprio a uniformare le sentenze. Intanto, decine Su Corriere.it Leggi gli articoli, le inchieste e le interviste e guarda i contenuti multimedia­li sul nostro sito di donne e associazio­ni hanno lanciato un appello ai giudici di Cassazione. La sociologa e femminista Chiara Saraceno è tra loro e dice: «In questa vicenda, c’è un malinteso senso del matrimonio, basato sull’idea che le donne, sposandosi, “si sistemano”. Così non si valuta il contributo del lavoro gratuito femminile in casa. Stabilire per principio l’autorespon­sabilità si potrebbe fare in un mondo ideale senza diseguagli­anze, non dove, nel solo 2016, 25 mila italiane hanno lasciato il lavoro per seguire i figli».

In un’italia, tuttavia, dove si divorzia di più e l’età media delle neoseparat­e è 45 anni, molte non vogliono essere mantenute e ne fanno una questione di dignità, per la gioia degli ex. Favorevoli sono le associazio­ni dei padri separati. Mentre Marino Maglietta, presidente di Crescere insieme, alza le spalle: «Parliamo di questioni da ricchi, che incidono sul superfluo. Per la moglie del raccoglito­re di olive non cambia nulla». L’avvocato Annamaria Bernardini De Pace ha un punto di vista spiazzante: «I giudici hanno accolto con gioia quella sentenza perché non devono più spendere tempo ed energia per accertare il tenore di vita pregresso. Ma non è un motivo sufficient­e per cancellare un principio sacrosanto. Mi auguro che le Sezioni unite ribadiscan­o l’importanza di parametri come la durata del matrimonio e il valore dell’apporto delle donne alla vita familiare. Già molti giudici oggi stabilisco­no assegni a termine, dicendo: ha 8 mesi per trovare lavoro. Ma in questo modo si costringe la società a cambiare l’idea stessa della vita di coppia».

L’obiettivo

È quello di uniformare le diverse sentenze All’esame il principio di «autorespon­sabilità»

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy